Genitore 1 e 2, il Tribunale di Roma dà ragione alle due mamme
Non più padre e madre, ma genitore 1 e 2. Lo ha stabilito il Tribunale ordinario di Roma, che dà ragione a due mamme che si erano opposte al cosiddetto decreto Salvini.
Genitore 1 e 2, il Tribunale di Roma dà ragione alle due mamme
Non più “madre” e “padre” sulla carta di identità della bambina, ma una dicitura neutra con la scritta: “genitore”. Lo ha deciso il Tribunale civile di Roma con un’ordinanza. Il provvedimento risponde al ricorso presentato dalle due mamme della piccola contro un decreto del 31 gennaio del 2019, dall’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Una delle due donne è la madre biologica della bimba, l’latra è la madre adottiva. L’ordinanza riguarda quindi il ministero dell’Interno ma sarà il sindaco di Roma Roberto Gualtieri a rendere esecutiva la decisione. Il primo cittadino in qualità di «ufficiale ufficiale del Governo», dovrà «indicare le qualifiche neutre di genitore in corrispondenza dei nomi delle ricorrenti». Il Campidoglio disporrà pertanto «l’emissione e la stampa delle carte d’identità elettroniche con le modifiche necessarie».
La vicenda
Secondo quanto si apprende, le mamme avevano una sentenza di adozione passata in giudicato e per questo si sono presentate al Comune per chiedere la carta di identità, ma allo sportello era stato detto che non si poteva procedere con la dicitura neutra, ma occorreva la scritta “padre e madre o chi ne fa le veci”. La coppia si è a quel punto rifiutata e ha deciso di difendere i propri diritti per via legale.
Sulla base degli studi svolti da un gruppo di lavoro coordinato dagli avvocati Mario Di Carlo, Tommaso Mauro e Federica Tempori, Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno hanno agito in giudizio, prima davanti al Tar Lazio e, poi, davanti al Tribunale di Roma, per reclamare l’emissione di una carta d’identità conforme alle concrete realtà familiari.
Le reazioni
«La sentenza rappresenta un importante risultato, raggiunto dopo uno straordinario lavoro di squadra di professionisti e professioniste a cui esprimo la mia gratitudine. Purtroppo, il Governo non ha ancora annullato il decreto e, così, continua ancora oggi a offendere la dignità e l’identità di tante famiglie, che volta per volta dovrebbero chiedere a un Tribunale di disapplicare il Decreto Salvini per vedersi riconosciuti i propri diritti fondamentali. Reputiamo questo profondamente ingiusto sia per i tempi e sia per i costi della giustizia. Faremo, perciò, ogni sforzo affinché questo Governo annulli il decreto e garantisca per legge l’eguaglianza e la pari dignità di tutte le famiglie. Le carte d’identità registrano quel che per lo Stato è una famiglia: negare anche nominalmente l’esistenza di migliaia di famiglie, e mortificare le identità di persone minorenni, è incostituzionale e anche inaccettabile”. Lo ha detto Vincenzo Miri, presidente di Rete Lenford.
Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay Lgbt+, Solidale, ambientalista, liberale, ha commentato: «Ora richiediamo che Salvini e la ex ministra Lamorgese, che non vollero modificare questa circolare discriminatoria siano sanzionati, non si può fare politica sulla pelle delle persone, creando danni senza mai avere alcuna sanzione».
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