Sardegna, le cavallette su 35mila ettari. “Crosetto mandi l’esercito”
L’intervento di speciali nuclei dell’Esercito per contenere l’emergenza cavallette che dal 2019 sta interessando la Sardegna centrale è stato richiesto da alcuni sindaci della zona, tra i quali il primo cittadino di Sedilo, Salvatore Pes.
La richiesta dell’esercito contro le cavallette
Una formale istanza è stata indirizzata al ministro della Difesa Guido Crosetto, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ai prefetti di Oristano, Nuoro e Sassari, Fabrizio Stelo, Luca Rotondi e Paola Dessì, al Comando militare autonomo della Sardegna e al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Secondo gli ultimi rilevamenti nel 2022 gli ettari percorsi dalle cavallette sono stati 35.000, i comuni interessati dal problema, 15.
Le cavallette distruggono raccolti e colture, creando un danno enorme nelle campagne e problemi anche alle comunità locali, arrivando ormai sino ai centri abitati. «L’Esercito intervenne in questi territori per fermare le cavallette già nel 1946 e nel 1947», ha ricordato il sindaco di Sedilo, Salvatore Pes «in quell’occasione il problema venne risolto. Dobbiamo essere pronti ai primi di aprile, quando vengono alla luce le neanidi. Nei primi dieci giorni di vita le cavallette hanno una mobilità bassissima. E proprio in questa fase sarà importante perlustrare i 35.000 ettari interessati dall’emergenza e intervenire subito eliminando gli insetti».
Oltre all’intervento dell’Esercito i sindaci chiedono anche il supporto della Regione, delle Province, di Forestas e Laore, della Protezione civile, del Corpo Forestale e delle compagnie barracellari. «Basta con gli esperimenti che già quest’anno sono andati male», ha ribadito il sindaco Pes, «è necessario un segnale forte. Ci auguriamo che tra Ministeri e Regione ci sia collaborazione».
«Al momento non sappiamo chi dovrà occuparsi degli avvistamenti», ha detto preoccupato il sindaco di Sedilo, «non sappiamo quante persone saranno impegnate, quali risorse andranno alle province, che si devono organizzare con squadre e mezzi. Non possiamo arrivare ad aprile con questi dubbi». «Anche oggi si è svolto un incontro con l’Unità territoriale per l’emergenza fitosanitaria dovuta alle infestazioni acridiche, con gli uffici degli assessorati regionali, i comuni interessati dalla piaga cavallette, la protezione civile, le province e l’agenzia Laore», ha riferito ancora il sindaco Pes, «purtroppo la Regione ha disatteso gli impegni presi due mesi fa, mettendo in pericolo l’attività delle imprese agricole, che rischiano di non ricevere i premi comunitari».
«La Regione», ha concluso il sindaco Pes, «avrebbe dovuto individuare un’area di 6.000 ettari maggiormente soggetta alle ovideposizioni. A causa dei ritardi sono però saltate le lavorazioni meccaniche dei terreni, interventi che avrebbero consentito di portare in superficie le uova e di contenere così l’emergenza. Oggi abbiamo scoperto che per l’Assessorato regionale dell’Agricoltura le lavorazioni meccaniche non sono importanti. Per le azioni di prevenzione siamo fortemente in ritardo, manca una programmazione seria».
© RIPRODUZIONE RISERVATA