Teatro Milano
1:30 pm, 15 Novembre 22 calendario

Allo Strehler si scatena La Tempesta di Serra

Di: Redazione Metronews
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TEATRO Da oggi al 27 novembre, al Piccolo Teatro Strehler, Alessandro Serra porta in scena l’estremo capolavoro di William Shakespeare, La Tempesta. In scena, Andrea Castellano, Vincenzo Del Prete, Massimiliano Donato, Salvo Drago, Jared McNeill, Chiara Michelini, Maria Irene Minelli, Valerio Pietrovita, Massimiliano Poli, Marco Sgrosso, Marcello Spinetta e Bruno Stori.

Dopo i trionfi di Macbettu – la versione recitata in sardo della tragedia scozzese di Shakespeare, Premio Ubu come spettacolo dell’anno –, Serra torna con questo spettacolo ad accostarsi all’opera del Bardo.

La regia di Alessandro Serra

Come lui stesso spiega nelle note di regia: «Ne La tempesta il sovrannaturale si inchina al servizio
dell’uomo, Prospero è del tutto privo di trascendenza, eppure con la sua rozza magia imprigiona gli spiriti della natura, scatena la tempesta, e resuscita i morti. Ma sarà Ariel, uno spirito dell’aria, ad insegnargli la forza della compassione, e del perdono. Su quest’isola-palcoscenico tutti chiedono perdono e tutti si pentono a eccezione di Antonio e Sebastiano, non a caso gli unici immuni dalla bellezza e dallo stato di estasi che pervade gli altri. Il fatto che Prospero rinunci alla vendetta proprio quando i suoi nemici sono distesi ai suoi piedi, ecco, questo è il suo vero innalzamento spirituale: il sovrannaturale arriva quando Prospero vi rinuncia, rinuncia a usarlo come arma».

Serra: «La Tempesta è un inno al Teatro»

«Ma il potere supremo, pare dirci Shakespeare, – prosegue Serra – è il potere del Teatro. La tempesta è un inno al teatro fatto con il teatro, la cui forza magica risiede proprio in questa possibilità unica e irripetibile di accedere a dimensioni metafisiche attraverso la cialtroneria di una compagnia di comici che calpestano quattro assi di legno, con pochi oggetti e un mucchietto di costumi rattoppati. Qui risiede il suo fascino ancestrale, nel fatto cioè che tutto avviene di fronte ai nostri occhi, che tutto è vero pur essendo così smaccatamente simulato, ma soprattutto che quella forza sovrumana si manifesta solo a condizione che ci sia un pubblico disposto ad ascoltare e a vedere, a immaginare, a condividere il silenzio per creare il rito. L’uomo avrà sempre nostalgia del teatro perché è rimasto l’unico luogo in cui gli esseri umani possono esercitare il proprio diritto all’atto magico».

«L’isola di Prospero è uno spazio che tutti vogliono conquistare»

«Quando ho cominciato a tradurre il testo – conclude Serra –, a riscriverlo in italiano, mi sono reso conto della sua impressionante forza politica, in questi giorni ancora più attuale, perché le guerre sono sempre fratricide. Questa terra è la mia! C’ero prima io! La Palestina, l’Ucraina, il mondo intero, ogni confine, il recinto della nostra villetta a schiera… L’isola di Prospero è il mondo, uno spazio sterminato e minuscolo circondato da un Mediterraneo, ancora oggi pieno di cadaveri, che tutti vogliono conquistare, possedere e distruggere».

 

15 Novembre 2022
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