Soldi Spicci: “Litigare ogni santo giorno ci fa bene!”

Soldi Spicci un sodalizio di successo, umano e artistico, lungo 10 anni.

Il duo comico Soldi Spicci formato da Claudio Casisa e Annandrea Vitrano si racconta in un libro “Io e te 10 anni sopra il palco” (il 15 novembre la presentazione da Mondadori Bookstore di via Tuscolana 771, a Roma). La coppia vanta 1milione e 566 mila like su Fb, 670 mila followers su Instagram, 350 milioni di visualizzazioni su YouTube. 1 milione di euro l’incasso del loro 1° film (La fuitina sbagliata, 2018), a cui è seguito “Un mondo sotto social”, uscito un mese fa, scritto e diretto da loro, che parla della pervasitività dei social nella nostra vita con una storia che potrebbe accadere…

Soldi Spicci e l’arte di vivere

Annandrea, come riuscite a vivere e lavorare insieme senza scoppiare?
«Il trucco è litigare sempre per confrontarci e trovare poi un punto in comune, un accordo. Litigare ogni santo giorno e fare pace ogni santo giorno!»

Un difetto del partner?
«Claudio è veramente ipermeticoloso. Vuol provare e riprovare. Per me è sempre “buona la prima” e questo è il nostro principale motivo di scontro».

Cosa cambiereste, potendo, con un tocco di magia.
«Vorrei che Claudio fosse un po’ più spericolato. Meno ponderato. È un acquario, d’altronde, e io sono un Capricorno!».

L’esigenza di scrivere un libro su di voi oggi

«Ci è stato proposto tante volte. Ma aspettavamo che ci venisse l’urgenza di farlo. Passati 10 anni di vita e lavoro insieme ci è sembrato giusto festeggiare così. Noi siamo iper-esposti col web, ma abbiamo sempre tenuto privato il privato. Qui ci siamo un po’ aperti. Facciamo vedere di più chi sono Anna e Claudio e anche qualcosa dei personaggi che hanno segnato il nostro percorso. Insomma, vorremmo far vedere come siamo davvero insieme».

Soldi Spicci e i social.
«Nasciamo dal teatro: ci siamo conosciuti sulle tavole del palcoscenico: avevamo 8 anni. Eravamo in una scuola di teatro: ma essendo nativi di Fb abbiamo subito iniziato sui sociale nel 2012-13. Passare ad altri canali è stato facile: sono solo mezzi diversi. Alla base resta sempre la stessa esigenza: avere davvero qualcosa da dire!».