Nino ed il cavallo Gandalf il grigio, in strada da Bagheria ad Assisi
Nino e Gandalf il grigio stanno attraversando l’Italia, da Bagheria, in Sicilia, fino ad Assisi, portandosi dietro un carretto siciliano pieno di colori e di sonagli. Quando raggiungo telefonicamente Nino Buttitta mi sento fortunato, perchè lui ed il suo cavallo grigio sono fermi a Belmonte Castello, nei pressi di Frosinone. Saranno acquartierati lì ancora per un giorno, per riposarsi. E quindi ho modo di farmi raccontare questo incredibile viaggio: «sto andando ad Assisi per ringraziare San Francesco», mi dice subito Nino.
L’idea che mi sono fatto durante la nostra breve chiacchierata è che questo viaggio sia, in qualche modo, anche un percorso interiore. Il progetto nasce nella testa di Nino Buttitta, che nella vita di ogni giorno è un ristoratore siciliano di 44 anni, durante le fasi più pesanti dell’emergenza Covid e nel susseguirsi di restrizioni e limitazioni che questa ha portato. «Avevo acquistato il cavallo poco prima e così, quando l’emergenza è finita, ho deciso di partire per ringraziare San Francesco». Un ringraziamento che finora ha portato lui ed il fido Gandalf a percorrere 900 chilometri a piedi, una fermata al giorno, attraverso strade secondarie e quella diversità di tradizioni e costumi «che è la vera ricchezza dell’Italia».
Naturalmente ho pensato a Don Chishotte ed suo al fido cavallo Ronzinante uscito dalla penna di Cervantes, quando ho saputo di questa storia. Ma Nino me lo dice subito che non è così: per lui il cavallo è «ciò che per molte altre persone è un gatto o un cane». Ma è anche e soprattutto un animale da 7 quintali, che ogni giorno deve mangiare e dormire: un problema che il suo padrone deve risolvere prima di ogni tramonto.
Hanno dormito ovunque in questi due mesi di viaggio, Nino e Gandalf, assistiti anche da un tempo benevolo che solo negli ultimi giorni sta mostrando i suoi tratti più severi. «Una delle cose più interessanti è incontrare la gente e vedere quanto ancora sia interessata al prossimo. Il mondo non è fatto solo di gente cattiva. In tanti si sono interessati alla mia storia e ci hanno dato una mano, offrendoci un riparo o condividendo un pasto. La fortuna di un uomo del resto la fa sempre un altro uomo. Abbiamo dormito all’aperto, a terra in ristorante o con le mucche, ci sono stati momenti di gioia e depressione, come durante una alluvione a Bagnaia Calabra. Ma poi si va avanti, sempre. A volte trovo per lui un riparo ed il mio B&B è lontano qualche chilometro, quindi per controllare che stia bene faccio avanti ed indietro macinando qualche chilometro supplementare».
La moglie di Nino appoggia questo progetto «perchè lei ha più fede di me». Ma, religione a parte, a me resta l’impressione che questo viaggio sia in qualche modo anche un percorso interiore. «Alla fine credo che la meta non sia così importante quanto lo è il viaggio. Oggia siamo abituati a salire su un treno o un aereo pensando solo ad arrivare ed il percorso non ci interessa. Invece a me piace godere di un panorama, di un prato, fermarmi e prendermi del tempo. Anche nelle soste che facciamo. Poi certo, ad Assisi vorrei godere delle opere di Giotto».
Mancano circa duecento chilometri all’arrivo. «A Natale però voglio essere a casa mia, in Sicilia». Nino e Gandalf il grigio stanno arrivando.
a.b.
Foto e video: Nino Buttitta
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