Sbarca in sala il film sulla tragedia del Bataclan
Lo struggente, pluripremiato film di Isaki Lacuesta Un anno, una notte sbarca nelle sale dal 10 novembre 2022.
La pelle e il pianto. Il respiro faticoso e la vertigine. Questo resterà appiccicato allo spettatore dopo la visione di un film che non è la cronaca di una tragedia e neppure semplicemente il suo ricordo. Non è un intreccio di testimonianze romanzate e neppure semplicemente una collana di flashback. Non la storia di una coppia e di ciò che può diventare dopo un trauma. Ma tutto questo insieme in sapienti frammenti a comporre il racconto di sentimenti di vita, di morte e di sopravvivenza che frullano i pensieri di una coppia all’indomani della tragedia del Bataclan.
I “sopravvissuti” del Bataclan
Racconto struggente e tutto sulla pelle di chi c’era quella sera del 13 novembre 2015 quando dei terroristi islamici spararono sulla folla che ballava nel locale. 130 morti, centinaia di feriti e la tragedia di chi si è salvato raccontato in questo magnifico Un anno, una notte presentato alla scorsa Berlinale e dal 10 novembre nei nostri cinema, interpretato da due attori che vi lasceranno senza parole, Noemi Merlant e Nahuel Pérez Biscayart, e diretto dal pluripremiato Isaki Lacuesta. È lui che ha voluto partire dal romanzo autobiografico di uno dei sopravvissuti, Ramon Gonzàles & Paz, Amor, y Death Metal e oggi sintetizza così questa storia di due ragazzi che non vogliono essere dei sopravvissuti, che vogliono vivere e basta.
«Dopo una serie di incontri con Ramon e la sua ragazza ho pensato che la loro storia doveva poter essere in qualche modo la storia di ognuno di noi, una narrazione sull’identità, l’amore e la perdita».
E qual è l’ineludibile punto di partenza?
«Trasportare lo spettatore dentro le loro teste per fargli sentire quello che provavano mentre vivevano la loro storia.Al centro c’è una coppia che entra al Bataclan sintonizzata sulla prospettiva di una vita insieme e che lascia la sala completamente fuori sincrono.Ognuno di loro ha vissuto quella tragedia in modo totalmente differente. È come se da quel momento vivessero in tempi differenti e in posti differenti nello stesso momento. Dopo essere sopravvissuti, il trauma è un altro nemico implacabile. E la musica è un altro protagonista perché l’attacco avviene durante un concerto e uno degli obiettivi dichiarati dei terroristi era attaccare lo stile di vita rappresentato da quella musica.Abbiamo perciò cercato di creare un’esperienza sensoriale forte attraverso un mix di registrazioni realistiche e di leggeri spostamenti di contesto per trasportare lo spettatore nel mood dello stato d’animo del personaggio».
Ma, alla fine, a rimbalzare nelle nostre teste è anche un’altra domanda: viviamo davvero la vita che vorremmo?
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