Kim continua a lanciare missili. In pochi giorni ne ha lanciati 35
La Corea del Nord insiste a provocare e alzare la tensione nell’area: ha lanciato un missile balistico a corto raggio verso il mare, finito al di fuori della Zona Economica Esclusiva del Giappone.
Il missile di Kim
Il missile lanciato da Pyongyang ha percorso circa 290 chilometri a un’altitudine massima di trenta chilometri prima di finire in mare, secondo i rilievi di Seul, ed è l’ennesima provocazione del regime di Kim Jong-un, che dall’inizio del 2022 ha compiuto più test missilistici che in qualsiasi altro anno: solo tra mercoledì a sabato scorsi, la Corea del Nord ha lanciato 35 missili, per manifestare la propria opposizione alle esercitazioni aeree congiunte su larga scala tra Stati Uniti e Corea del Sud.
Il missile lanciato oggi sarebbe un missile balistico a corto raggio di nuovo tipo, un KN-23 o un KN-24, secondo i primi rilievi di Seul, che ha osservato diversi movimenti di aerei da combattimento in volo nei pressi dell’area di impatto del missile e ne sta analizzando il collegamento con il lancio di oggi.
Analisi su un SA-5 di probabile fabbricazione sovietica
Il lancio di oggi giunge al termine delle analisi da parte della Corea del Sud sui resti di un missile lanciato settimana scorsa da Pyongyang e finito in acque al largo delle coste sud-coreane: inizialmente ritenuto un missile balistico a corto raggio, il missile è invece stato identificato come un missile terra-aria SA-5 di probabile fabbricazione sovietica. Mai un missile nord-coreano era finito così vicino alla Corea del Sud dalla fine della guerra di Corea, nel 1953, e il lancio, condannato da Seul come una violazione degli accordi del 2018 per ridurre le tensioni militari tra le due Coree, è stato definito dal ministero della Difesa sud-coreano una «provocazione chiaramente deliberata e intenzionale».
Il missile SA-5, di cui è stato recuperato un frammento lungo 3 metri e largo 2, è ancora in servizio in circa una decina di Paesi, ed è progettato per abbattere bombardieri strategici e altri target ad alta quota: si troverebbe negli arsenali di Pyongyang già dalla metà degli anni Ottanta e sarebbe simile a missili usati dai russi durante la guerra in Ucraina.
Per rafforzare la propria difesa di fronte ai continui test missilistici nord-coreani che stanno innalzando la tensione a livelli altissimi, la Corea del Sud costruirà un nuovo centro di test per lo sviluppo di armamenti, tra cui i missili. Il nuovo centro sorgerà 110 chilometri a sud-ovest di Seul, sulle coste del Mar Giallo, secondo una fonte citata dall’agenzia Yonhap, ed è già stato approvato un budget di 1,4 miliardi di won (1,02 milioni di euro) per l’inizio dei lavori, la cui conclusione è prevista nel 2026, con una spesa complessiva di 35 miliardi di won (25,5 milioni di euro). La struttura avrà il compito di rafforzare il sistema di difesa sud-coreano composto di tre parti: il cosiddetto «Kill Chain», che si occupa di rilevare possibili attacchi nemici e lanciare attacchi preventivi; il Korea Air and Defense Missile System, per l’intercettazione degli attacchi, e il Korea Massive Punishment and Retaliation, tutti operativi dal 2016 per contrastare eventuali attacchi da parte del regime di Kim Jong-un.
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