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7:01 pm, 5 Novembre 22 calendario

Pressione fiscale in salita al 43,8%. E a novembre ingorgo tasse per 69 miliardi

Di: Redazione Metronews
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Nel 2022 la pressione fiscale a legislazione vigente salirà al 43,8% del Pil, un livello inferiore di 0,1 punti percentuali rispetto alla previsione di settembre. “Dal 2023 al 2025 è atteso un calo medio di circa 0,4 punti di Pil all’anno, fino a raggiungere il 42,5% del Pil a fine periodo”. E’ quanto si legge nella Nadef che è stata pubblicata oggi.

Imposte dirette e indirette

Nel 2023, si legge nella Nadef, le imposte indirette sono previste crescere ad un tasso superiore di oltre un punto percentuale rispetto alle previsioni di settembre (+10,4% a fronte del +9,2% in settembre), mentre nel biennio successivo si conferma una crescita media del +2,7%.

Per le imposte dirette si prevede una maggiore dinamicità nel biennio 2024- 2025, in cui tale tipologia di gettito è attesa crescere in media a un tasso del +3,1% (+2,7% in settembre).

L’aggiornamento delle previsioni considera, tra l’altro, la nuova previsione di crescita degli importi pensionistici, aggiornata per tenere conto della rivalutazione legata all’inflazione prevista con il nuovo quadro macroeconomico. L’andamento dei contributi sociali rimane sostanzialmente allineato alle previsioni a legislazione vigente della Nadef di settembre.

Fisco, a novembre tasse per 69 miliardi

E’ in arrivo l’ingorgo fiscale di novembre che per l’erario è da sempre il mese più «gratificante» dell’anno. Dalle scadenze del 16 e del 30 novembre prossimi, il fisco incasserà ben 69 miliardi di euro. Secondo una stima elaborata dall’Ufficio studi della Cgia, le imprese, in particolare, saranno chiamate a versare l’Iva (19 miliardi), l’Ires (16,2 miliardi), le ritenute dei dipendenti e dei collaboratori (12,5 miliardi). Le aziende, inoltre, saranno chiamate a onorare anche l’Irap (10,9 miliardi), l’acconto Irpef dei propri dipendenti (7,3 miliardi di euro) e dovranno versare anche le ritenute d’acconto sui compensi dei professionisti (1,2 miliardi).

Gli artigiani di Mestre rilevano che «vista la portata del gettito, tante aziende avranno non pochi problemi a superare indenni questa raffica di scadenze fiscali. Novembre, infatti, costituisce un vero e proprio stress test che permetterà agli imprenditori di misurare la tenuta finanziaria delle proprie attività».

Infatti, sottolineano, «quando un imprenditore in difficoltà da tempo non supera positivamente questo ‘esamè, spesso decide entro poche settimane se valga la pena o meno continuare l’attività». Per questo motivo, per evitare ripercussioni dall’inflazione e dalla contrazione dei consumi, «è auspicabile che in tempi ragionevolmente brevi il nuovo Governo provveda a tagliare drasticamente le imposte, al fine di «ammorbidire» anche i versamenti relativi alle scadenze più critiche di ogni anno: ovvero, i mesi di giugno-luglio e di novembre-dicembre».

5 Novembre 2022
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