Calenda attacca Conte: “Qualunquista di destra. Se non mandi le armi vuoi la resa…”
“Chi chiede la resa dell’Ucraina si dimentica che questo Paese, dove noi ci riempiamo sempre la bocca con la parola Resistenza, è nato perché non si sono arresi“. Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a margine della manifestazione per la pace in Ucraina organizzata a Milano dal Terzo Polo.
All’Arco della pace, a Milano, per la manifestazione tante le bandiere ucraine, europee e il tricolore in piazza, ma non sono presenti bandiere della pace. Oltre ai leader di Azione Carlo Calenda e di Italia Viva, Matteo Renzi, sono presenti anche l’economista e senatore del Pd, Carlo Cottarelli, l’ex vicepresidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti e diversi esponenti dem, come il capogruppo a Palazzo Marino Filippo Barberis, l’assessore Pierfrancesco Maran, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori (in collegamento) il senatore Alessandro Alfieri, la consigliera regionale dem Carmela Rozza oltre ai parlamentari ed esponenti di Azione, come Matteo Richetti, Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e di Italia Viva, come Elena Bonetti, Lisa Noja, Luciano Nobili. In piazza anche l’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini, Marco Cappato ed altri esponenti radicali.
Calenda a Milano: “Se non mandi le armi, chiedi la resa dell’Ucraina”
“Allora – ha aggiunto Calenda rispondendo a Giuseppe Conte che dalla piazza romana ha chiesto di non inviare più armi – non bisogna essere ipocriti: puoi chiedere la pace? Certo, la chiediamo anche noi. Ma puoi chiedere la pace votando contemporaneamente per non mandare le armi in Ucraina? No, stai chiedendo la resa, e se stai chiedendo la resa stai chiedendo esattamente quello che Putin vuole, e che una parte della sinistra se lo sia dimenticato è triste, perché la storia della sinistra è fondata sulla liberazione e la difesa della libertà”.
“Se l’ideale della pace è disarmare gli ucraini è l’ideale della sottomissione. Tutti vogliamo la pace, ma da dove deriva la pace? Dalla libertà o dall’asservimento?”. Poi, ai cronisti che gli chiedevano se questo giustifichi due piazze, quella milanese e quella romana, Calenda ha replicato: “Certo! Io li ho sentiti gli interventi dell’altra piazza. Chiedono la pace, ma come? Non si sa. Chiedono: Depongano le armi tutti, aggressori e aggrediti. A parte che gli aggressori non le depongono per niente le armi, gli aggrediti che devono fare? Quando le devono deporre? Quando arrivano a Kiev?”.
“Conte? Un qualunquista di destra. Letta? Qui non sarebbe stato fischiato”
«C’è una definizione per Giuseppe Conte: si chiama qualunquismo, e nella cultura italiana il qualunquismo è di destra, non c’entra niente con la sinistra. Conte è stato con Salvini quando era Putinista, è Filo -Trumpiano, ha firmato la via della seta con i cinesi e poi ha deciso che è progressista. Adesso – conclude – ha deciso che è pacifista, domani deciderà che è comunista e tra quattro giorni diventerà nazionalista».
«Mi dispiace che Enrico Letta non sia qui», dice infine Calenda, che conclude la manifestazione cantando Bella ciao. Il segretario del Pd ha infatti scelto la manifestazione di Roma dove alcuni contestatori lo hanno invitato (con frasi come “Fascista, filoamericano, guerrafondaio…”) a lasciare il corteo. «Qui nessuno lo avrebbe contestato, perchè se c’è una cosa che va riconosciuta a Enrico Letta è la totale linearità sulla questione ucraina. E quindi qui non sarebbe stato fischiato ma solo applaudito», osserva Calenda dal capoluogo lombardo.
Moratti: “Decidere da che parte stare”
«Ho scelto di essere qua perchè ci sono momenti in cui bisogna decidere da che parte stare e chi sostenere», ha affermato Letizia Moratti, ex vicepresidente della Regione Lombardia. «Credo che tutti – ha aggiunto Moratti – vogliano la pace in Ucraina, ma la pace senza giustizia non credo che possa esistere. L’Ucraina, il popolo ucraino, sono stati aggrediti, l’Europa li sostiene e li ha sostenuti, credo che essere qua oggi serva a riaffermare un sostegno vero e concreto che possa permettere all’Ucraina di avere una pace giusta».
Cottarelli: “Ticket con Moratti? Vorrei prima capire cosa significa”
Della candidatura alle prossime regionali non si parla alla manifestazione per la pace in Ucraina a Milano. Ma la presenza di Letizia Moratti che mercoledì scorso ha rassegnato le sue dimissioni dalla giunta Fontana non passa inosservata. La sua presenza assume un significato politico particolare, viene vista come la prova del dialogo in corso tra la ex vice presidente assessore al Welfare della Lombardia e il Terzo polo, in vista delle regionali del 2023. In piazza all’arco della pace c’è anche l’economista Carlo Cottarelli. Proprio Calenda ieri aveva parlato della possibilità di un ticket Moratti-Cottarelli per la presidenza lombarda. Cottarelli non disdegna, ma tiene a precisare che prima vorrebbe “capire cosa significa”. I due ipotetici candidati si sono incontrati e stretti la mano. Moratti poi ha salutato calorosamente Mariastella Gelmini e ha abbracciato Mara Carfagna, prima di fermarsi a parlare con Calenda. Ai cronisti che chiedevano della sua possibile discesa in campo con il Terzo Polo, però non ha voluto replicare.
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