Teatro Milano
12:08 pm, 31 Ottobre 22 calendario

L’Attesa di Remo Binosi debutta al Carcano

Di: Redazione Metronews
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TEATRO L’attesa è finita. O meglio: L’Attesa di Remo Binosi approda al Teatro Carcano di Milano da martedì 8 fino al 13 novembre. Diretta da Michela Cescon e interpretata da Anna Foglietta e Paola Minaccioni, l’attuale versione teatrale del testo pubblicato da La Nave di Teseo nel marzo di quest’anno vanta al suo attivo una produzione del Teatro Due di Parma diretta da Cristina Pezzoli e interpretata da Maddalena Crippa ed Elisabetta Pozzi, e nel 2000 il film Rosa e Cornelia, diretto da Giorgio Treves.

Il testo di Remo Binosi

Il testo de L’Attesa ha fatto conoscere  Remo Binosi – scomparso prematuramente nel luglio del 2002 – al grande pubblico permettendogli di conquistare il Biglietto d’oro Agis come migliore novità italiana nel 1994.

Lo stesso Binosi raccontava così la genesi del suo testo: «Mia moglie era in attesa di nostra figlia Giulia e io stavo leggendo le memorie di Casanova. Le avventure del grande seduttore si accompagnavano all’esperienza che stavo vivendo, con il procedere della gravidanza il corpo di mia moglie cambiava e insieme cambiava anche il rapporto che lei aveva con sé stessa e con le altre donne. La sentivo parlare con le sue amiche e intessere facilmente discorsi anche con donne molto diverse da lei: si scambiavano emozioni, consigli, paure e speranze. C’era tra loro una corrente di grande energia comunicativa. Proprio a partire da un dato intimo come quello del corpo gravido, le donne costruiscono una rete di confidenza e complicità di cui gli uomini sono assolutamente incapaci. Il maschio mito Casanova con la sua dispersiva sessualità, mi sembrava la prova di questa incapacità, cominciai così a pensare a una storia che mettesse a confronto. donne diverse entrambe incinte dello stesso uomo assente»

L’Attesa possiede una grande forza drammatica e di coinvolgimento alle quali è difficile rimanere indifferenti e – nonostante l’azione sia ambientata nel ‘700 – i temi e i contenuti assurgono a valenze universali:  anche oggi a tanti anni dalla sua scrittura, è un testo contemporaneo che indaga il rapporto serva-padrona, scandaglia il doppio, il grande seduttore Casanova, la maternità, il male, la morte, tutti raccontati con cambi di registro narrativo: dalla commedia al dramma, dal noir ai dettami più tipici della tragedia. Il linguaggio è intriso di una naturale vis comica, paragonabile a quella dei testi di Goldoni e di Eduardo.

L’Attesa secondo Michela Cescon

La particolarità della messinscena della Cescon è che parte dalla prima stesura che l’autore veronese fece del testo – datata 1991 – che presenta notevoli differenze rispetto a quello portato in scena nel 1994: la nutrice ha un ruolo decisamente più marginale che in questa messinscena scomparirà completamente; i dialoghi sono più scarni, quasi bergmaniani; l’azione si concentra totalmente sulle due protagoniste e sull’evoluzione del loro rapporto durante la forzata clausura.

«I personaggi – spiega Michela Cescon – sono empatici, emozionanti, veri e si prova per Rosa e Cornelia grande simpatia: soffri con loro, le ami con dolcezza, le adori, partecipi prima con una, poi con un’altra, poi con tutte e due… e alla fine non ti sorprendi di pensare che forse potrebbero essere la stessa persona. L’Attesa è proprio un testo per il palcoscenico, per gli attori, pieno d’invenzioni molto riuscite. Tutto è raccontato con freschezza e con un erotismo naturale nei confronti della vita e del mondo».

«Alle due attrici viene richiesta un’adesione fisica ai personaggi totale – prosegue la regista -, e il loro stare in scena diventa molto sensuale, non per un finto gioco di seduzione, ma per la loro immersione nel racconto; un racconto sui corpi femminili, sulla punizione per il desiderio, la punizione di essere donne, sulla maternità, sull’amicizia, sull’amore, sul piacere, sulla lealtà, sulle differenze di classe… due voci femminili che diventano un gran bel punto di vista, per portare in scena il nostro sguardo più personale e intimo».

«Il dramma – continua la Cescon – è costruito attorno a due donne che vengono allontanate e rinchiuse per nove mesi per nascondere entrambe una gravidanza. Si racconta una clausura, un’impossibilità a uscire e mai, come in questi tempi, l’idea teatrale, anche semplice, di chiudere due personaggi all’interno di una stanza diventa vera, reale e sentita».

Rispetto alla possibile rappresentazione di questo spazio che è sì fisico ma anche mentale, Michela Cescon sottolinea: «insieme ai miei collaboratori abbiamo costruito un luogo scenico che rappresenta la mente di Cornelia, il diario su cui lei scrive, dove la chiusura o l’apertura dei muri è metafora di una condizione interna, della vita del cuore; mentre la relazione con l’esterno viene raccontata dalla luce e dal buio, dalle ore del giorno e dai suoni della campagna estiva, e dalla natura prepotente che le circonda. La messa in scena ha un segno classico, per omaggiare il grande teatro, e alle attrici viene chiesto di non uscire mai, di avere a che fare solo con il loro corpo. Gli unici oggetti con cui lavorare sono un letto, due sedie e gli abiti dai colori forti e simbolici che con loro danzano una partitura serrata di cambi e di trasformazioni. Lo spettacolo ha un sapore nordico, un rigore fatto di direzioni, ritmo e spazio, per riuscire a riportare ciò che sentii dopo la prima lettura della prima stesura  de L’Attesa, ovvero il ritrovare  drammaturgicamente nel testo tutto ciò che c’è di materico e forte nel teatro veneto, nella mia lingua originaria, specialmente quello goldoniano, sapientemente mescolato ad autori amatissimi come  Bergman, Ibsen, Strindberg e anche Genet».

Le scene sono firmate da Dario Gessati, i costumi da Giovanna Buzzi, il disegno luci da Pasquale Mari, i suoni da Piergiorgio De Luca.

L’Attesa in tournée

4 novembre – Chiusi – Teatro Petro Mascagni

Dall’8 al 13 novembre – Milano – Teatro Carcano (https://www.teatrocarcano.com/)

17 novembre – Viterbo – Teatro dell’Unione

19 e 20 novembre – Civitavecchia – Teatro Traiano

Dal 22 al 24 novembre – Rimini – Teatro Galli

26 e 27 novembre – Arezzo – Teatro Petrarca

 

31 Ottobre 2022
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