Tetto al contante, Meloni: non ha legami con l’evasione

Il tetto al contante non ha legami con l’evasione. Lo ha sostenuto nel suo discorso a Palazzo Madama la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ricordando anche le parole pronunciate tempo fa dal ministro Padoan. «Ci sono Paesi, come la Germania e l’Austria, in cui il limite non c’è e l’evasione fiscale è bassissima. Non siete d’accordo? Sono parole di Padoan e io sono d’accordo con il ministro del Pd – ha detto la premier – confermo che metteremo mano al tetto del contante, argomento sul quale c’è una discussione ideologica». Al momento la soglia è fissata a 2.000 euro, per effetto di una modifica inserita nell’ultimo decreto Milleproroghe che aveva posticipato l’entrata in vigore del tetto a 1.000 euro dal primo gennaio 2022 al primo gennaio 2023. Giorgia Meloni nell’Aula del Senato si è poi soffermata sul tema della “tassa piatta”, ricordando la proposta sul regime forfettario e della flat tax incrementale. Rivolgendosi al senatore a vita Mario Monti, la presidente del Consiglio ha sostenuto che «la flat tax premia il merito. Chi fa di più è giusto che venga premiato». Meloni ha ricordato che «abbiamo già l’Ires al 24% fissa, le rendite al 26%» e che «il Pd introdusse una tassa fissa di 100 mila euro per i ricchi che si trasferivano dall’estero: la flat tax va bene solo per il Pd?», si è domandata.

Il tetto al contante sarà rivisto

«Il contrasto al lavoro povero è priorità, il tema è capire come. Il salario minimo rischia di essere uno specchietto per le allodole e non una soluzione», ha detto ancora Giorgia Meloni nel corso della sua replica al Senato. «I contratti collettivi nazionali di lavoro prevedono già dei salari minimi – ha ricordato la leader di Fratelli d’Italia – la sfida è estendere la contrattazione collettiva. I salari sono bassi in Italia ma dobbiamo partire dal taglio del cuneo fiscale».