“L’Allontanamento zero” è legge. Bufera in Regione

Approvato a maggioranza, dopo tre anni di discussione, dal Consiglio regionale del Piemonte il ddl “Allontanamento zero. Interventi a sostegno della genitorialità e norme per la prevenzione degli allontanamenti”, la norma che mira a rendere sostanzialmente impossibile l’allontanamento del minore dalla famiglia di origine per la sua collocazione in strutture o famiglie esterne, prevedendo anche un compenso economico per le famiglie di origine. La legge era in discussione da tre anni ed è stata fortemente osteggiata da associazioni, ordini professionali, docenti universitari ed enti locali.
Per l’assessora alla Famiglia del Piemonte, Chiara Caucino, invece, si tratta di «una battaglia di civiltà». «Oggi per me è una giornata memorabile, credo che lo sia per tutto il centrodestra», ha detto, «Ho lavorato tre anni duramente per arrivare a questo traguardo. È una giornata di vittoria per tante famiglie, per tanti bambini che mi hanno chiesto di tornare a casa e di avere giustizia, quindi oggi sono orgogliosa di questo risultato e credo di doverlo condividere con tutto il centrodestra».
Ora, prosegue, «cambiano molte cose. Innanzitutto gli operatori sociali saranno costantemente accompagnati dagli operatori sanitari che è una cosa a cui tengo tantissimo. Perché le risultanze delle relazioni degli assistenti sociali» dovranno essere costantemente combinate con «le relazioni dei servizi sanitari e di tutta la comunità educante che ha a che fare col minore: insegnanti, operatori sportivi, catechisti, di tutti coloro che davvero ruotano intorno al mondo di quel bambino, di quella famiglia. Questo è fonte di garanzia perché», sottolinea Caucino, «L’allontanamento non deve essere un allontanamento d’impulso, ma un allontanamento ponderato, un allontanamento necessario, e solo in extrema ratio si andrà ad allontanare. Dobbiamo invece scongiurare sistematicamente l’allontanamento», continua l’assessora, «che è un trauma per il bambino, un trauma indelebile, e quindi dobbiamo prevenire tutte le cause che possono portare all’allontanamento».«Ho visitato tante comunità e molte non sono luoghi degni per poter recuperare i minori, sono le famiglie anche magari con delle difficoltà – ha concluso – ed è sulle famiglie che dobbiamo investire».
«Siamo preoccupati per le conseguenze che questa legge avrà sulla protezione dei minori e sull’istituto dell’affido, nato proprio a Torino nel 1971, ancor prima che ci fosse una legge nazionale sulla materia. Da oggi le famiglie piemontesi sono più sole, l’interesse del minore è subordinato a quello dell’adulto e l’affido è ufficialmente sotto attacco», commentano i Pd, Monica Canalis e Raffaele Gallo. «Si torna indietro di oltre 50 anni, cancellando conquiste culturali e giuridiche che, seguendo il principio secondo cui nessuna famiglia è sola, ma è affiancata da una comunità che la supporta nei momenti di difficoltà, hanno permesso di salvare tanti bambini e famiglie – proseguono – “Allontanamento Zero” manda in frantumi queste conquiste e mette una bandierina ideologica fondata sull’esaltazione dei legami di sangue e sulla concezione della famiglia come mondo privato idealizzato in cui nessuno si deve intromettere. Una legge sui bambini, che nasce senza confronto e senza risorse aggiuntive, è un fallimento annunciato», concludono.
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