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8:31 pm, 20 Ottobre 22 calendario

Draghi striglia la Ue: «Su energia inerti e divisi, così vince Putin»

Di: Redazione Metronews
Draghi
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Draghi striglia i colleghi europei nel Consiglio dei capi di Stato e di governo Ue convocato a Bruxelles per esaminare l’ultimo pacchetto energia presentato dalla Commissione europea. Nella sua ultima partecipazione, il premier italiano uscente è andato giù duro: «Non posso accettare le conclusioni in bozza del summit – ha detto – viene chiesto di dare solidarietà nella condivisione dell’energia, ma non c’è solidarietà sulle richieste di contenere i prezzi del gas». Sembra tramontata, infatti, l’ipotesi di un tetto. «Quando uno potente dice no al “price cap” i prezzi salgono», ha aggiunto in riferimento agli ostacoli frapposti dalla Germania. «Le conclusioni non sono equilibrate, in queste come nelle proposte della Commissione Ue si prevedono una serie di obblighi precisi sulla condivisione delle forniture di gas: il 15% obbligatorio, regole per la condivisione in caso di carenze, eccetera. Ma non ci sono decisioni concrete sull’adozione immediata del tetto ai prezzi, sulla solidarietà di bilancio, sull’immediata attuazione del modello iberico, sulla riforma del mercato. I primi punti sono “precisi e adottabili”, ma sui prezzi non c’è nulla di preciso – ha sottolineato Draghi – l’inazione europea sui prezzi ha provocato danni enormi, ha finanziato Putin e causato recessione. Basta continuare a far finta: meglio riconoscere che siamo divisi. Ma con la recessione e la rottura dell’unità nella Ue vince Putin».

Draghi striglia i vertici europei

«L’Italia può andare sulla sua strada, indipendente dal gas della Russia e dal Nord Europa», ha messo in chiaro Mario Draghi insistendo sull’urgenza di un fondo Ue considerevole («solo di prestiti e grande come il piano della Germania») utilizzabile non solo per investimenti, ma anche per mitigare i prezzi. «Gli Stati membri devono avere una capacità di spesa comune per difendere il level playing field. Non è una questione di solidarietà ma di salvaguardia del mercato interno – ha affermato il presidente del Consiglio uscente – il rischio è quello di una frammentazione del mercato che può avere riflessi negativi sull’unità europea se i Paesi che hanno maggior spazio fiscale operano in autonomia». La perdita di compattezza all’interno della Ue ha avuto effetti immediati: subito il prezzo del gas al Ttf di Amsterdam, dopo giorni in frenata, è salito a 128 euro al megawattora (+13%), dopo aver aperto a 117 euro. È pesato lo smarcamento della Germania, contraria ad un tetto del prezzo «deciso politicamente che comporta il rischio che i produttori poi vendano altrove il loro gas e alla fine noi europei non otteniamo più gas, ma meno gas», come ha sottolineato il cancelliere tedesco Scholz.

20 Ottobre 2022
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