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6:29 pm, 18 Ottobre 22 calendario

Cellulare vietato, studentessa si ribella e al Majorana arriva la polizia

Di: Redazione Metronews
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«Le azioni offensive e lesive nei confronti della scuola e di chi vi opera sono sempre da condannare». Non lascia dubbi il commento del Presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, sull’ultimo caso di aggressione nei confronti dei docenti, avvenuto al Liceo Majorana di Latina dove una studentessa che si era rifiutata di consegnare il cellulare, dopo aver ricevuto un provvedimento nei suoi confronti, ha fatto intervenire i parenti, che sono accorsi a difenderla.

Cellulare vietato dopo episodi di cyberbullismo

Tutto era partito da una circolare del dirigente scolastico del liceo Domenico Aversano che, come già avvenuto in altri istituti, ha disposto che i telefoni cellulari non dovranno essere più utilizzati in classe. Una decisione presa dopo che nel primo mese di scuola   ci sono verificati numerosi episodi di cyberbullismo e di violazione della privacy dei docenti, uno dei quali ripreso a sua insaputa e sbattuto sui social. La circolare, pubblicata venerdì scorso, spiegava che «la segnalazione di reiterati casi di cyberbullismo, i comportamenti scorretti nei confronti di alcuni docenti, nonché la questione relativa al telefono come distrattore e come isolamento nel gruppo, ci inducono a richiamare i regolamenti, in particolare l’art. 4 commi 1 e 2 del regolamento d’Istituto ove si legge di ” tenere il telefono cellulare spento e in cartella durante le ore di lezione con possibilità di utilizzo dello stesso, soltanto dietro espressa autorizzazione del docente e a scopo didattico”. La scelta istituzionale va pertanto nella direzione del divieto di uso del cellulare che al mattino andrà depositato in una apposita scatola predisposta. Il telefono sarà ripreso all’uscita o comunque con il permesso del docente se ad uso didattico».

Lunedì le proteste

Quindi lunedì la novità, che ha scatenato proteste da parte degli studenti. Proteste attese  come scritto nella nota: «Siamo consapevoli di essere, con alta probabilità, impopolari, ma siamo anche convinti che la scuola debba recuperare l’aspetto della socializzazione e il rispetto dell’altro. Siamo anche consapevoli che il Majorana si è distinto sempre per il fatto di andare controcorrente e allora inizieremo la salita». Ma a far precipitare il tutto una studentessa che si è rifiutata di consegnare in classe il suo telefono ai docenti e come conseguenza ha preso tre note ed è stata condotta dal preside. La ragazza però ha chiamato i familiari che si sono precipitati a scuola e ne è nata una discussione nel corso della quale il dirigente ha richiesto l’intervento della polizia che ha dovuto ricostruire quanto accaduto. Il preside da parte sua valuterà l’ipotesi di denunciare l’accaduto.

Giannelli: episodi isolati

Secondo Giannelli : «Sono sempre atti criminali e come tali vanno perseguiti. Detto questo gli strumenti non andrebbero mai demonizzati, sarebbe opportuno educare i ragazzi al loro utilizzo, ovviamente nei tempi e nei modi stabiliti dalla scuola». Di fronte alle regole decise dall’istituto, ribadisce «i parenti non dovrebbero mai comportarsi con modalità offensive o violente nei confronti dei docenti e del personale scolastico e ove accade vanno perseguiti». Comunque, precisa, «ogni giorno abbiamo circa 400mila classi, e, al di là del clamore mediatico che suscitano, questi casi sono un numero esiguo». Aveva destato scalpore una decisione analoga presa dal preside del liceo Malpighi di Bologna, dove però al contrario gli studenti avevano reagito con curiosità, senza proteste.

 

18 Ottobre 2022
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