VULCANI
7:11 pm, 10 Ottobre 22 calendario

Lo Stromboli non si ferma, evoluzione imprevedibile

Di: Redazione Metronews
Lo Stromboli non si ferma
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Lo Stromboli non si ferma. Nella notte, informa l’Osservatorio Etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, si sono osservati modesti crolli presumibilmente dovuti all’erosione dei canali dei flussi lavici che si sovrapponevano. Dalle osservazioni su terreno di personale Ingv risulta che continuano i crolli e i flussi lavici, poco alimentati, non raggiungono più il mare e si attestano a metà costa a circa 400 metri. Ieri il dipartimento della Protezione civile ha disposto il passaggio di allerta per Stromboli – che i residenti tra affetto e diffidenza chiamano «Iddu» (Lui) – dal livello giallo ad arancione e il sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, ha invitato i cittadini alla «massima cautela». Anche dalle parziali e discontinue immagini delle telecamere di sorveglianza, dovute soprattutto alle avverse condizioni meteo, si osserva che è diminuita l’alimentazione della colata. Dal punto di vista sismico, nelle ultime 24 ore, l’ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato varie fluttuazioni, oscillando, principalmente, nei livelli medio-basso e medio-alto, e ha raggiunto il livello dei valori alti ieri tra le 12 e le 14 e intorno alle 18:30. Attualmente, l’ampiezza del tremore si attesta nel livello medio-basso. I sismogrammi registrati mostrano la presenza di occasionali segnali possibilmente associabili a rotolamento di materiale. I dati delle reti di monitoraggio delle deformazioni sull’isola non mostrano variazioni significative.

Lo Stromboli non si ferma

 «Per ora la situazione sullo Stromboli è in costante evoluzione. Per avere un quadro più chiaro bisogna attendere le prossime ore». Lo ha spiegato Gianfilippo De Astis, vulcanologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). «Negli ultimi due giorni – ha detto – abbiamo assistito ad un vero e proprio cambiamento dell’attività eruttiva dello Stromboli che ha mostrato una serie di cambiamenti non solo nei parametri geofisici monitorati (tremori, segnali di deformazione e instabilità dei versanti), ma anche di quelli strutturali. Abbiamo assistito infatti a crolli che hanno modificato l’area craterica del vulcano e i punti (bocche) di fuoriuscita del magma, in particolare del cratere di Nord-Est. Si sono verificate valanghe di materiale incandescente e rotolamenti consistenti di blocchi di lava e detriti lungo la “Sciara del fuoco” e anche il flusso del magma è stato molto più intenso, generando una colata di lava continua che ieri ha raggiunto il mare». In generale, ha fatto notare De Astis, «i parametri rilevati dalla rete dei sensori dell’Osservatorio Etneo sono risultati oscillanti e con anomalie, indicative che è in corso un fenomeno con energia molto più elevata del normale. Rispetto a ieri – ha proseguito – il flusso di lava che era alimentato fino al livello del mare, oggi non è più continuo ed è attestato intorno ai 400 metri sul livello del mare, ma le osservazioni effettuate stamattina dal personale Ingv sul posto, sembrano indicare che lungo la “Sciara del fuoco” l’attività dei crolli e dei flussi sia ancora in corso». Questi continui crolli potrebbero essere pericolosi perchè, qualora coinvolgessero volumi più cospicui potrebbero innescare onde anomale che si potrebbero propagare anche nell’arcipelago eoliano. «Fino ad ora – ha chiarito l’esperto – non abbiamo riscontrato particolari problemi. Le onde che si sono generate a seguito dei crolli hanno avuto una ampiezza di pochi centimetri. Tuttavia, vista l’intensità dell’eruzione non possiamo abbassare la guardia».

10 Ottobre 2022
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