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11:56 am, 7 Ottobre 22 calendario

Il Nobel per la Pace all’attivista bielorusso Ales Bialiatski

Di: Redazione Metronews
Il Nobel per la Pace
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Il Nobel per la Pace è stato assegnato all’attivista bielorusso Ales Bialiatski, all’organizzazione per i diritti umani russa Memorial e all’associazione per i diritti umani ucraina Center for Civil Liberties. Con l’occasione il Comitato norvegese per il Premio Nobel per la Pace ha lanciato un appello alle autorità bielorusse, chiedendo di «rilasciare Ales Bialiatski». «Speriamo che questo accada e possa venire a Oslo a ricevere il premio», ha affermato il presidente del Comitato, Berit Reiss-Andersen. «Ales Bialiatski è stato uno degli iniziatori del movimento democratico emerso in Bielorussia a metà degli anni ’80. Ha dedicato la sua vita alla promozione della democrazia e dello sviluppo pacifico nel suo Paese d’origine», si legge nel comunicato del Premio Nobel, che ha ricordato come «le autorità governative abbiano ripetutamente cercato di metterlo a tacere: è stato incarcerato dal 2011 al 2014. A seguito di manifestazioni su larga scala contro il regime nel 2020, è stato nuovamente arrestato. È ancora detenuto senza processo. Nonostante le enormi difficoltà personali, Bialiatski non ha ceduto di un centimetro nella sua lotta per i diritti umani e la democrazia in Bielorussia».

Il Nobel per la Pace guarda ad Est

Per quanto riguarda l’organizzazione per i diritti umani russa Memorial è stata fondata nel 1987 da attivisti per i diritti umani nell’ex Unione Sovietica «che volevano garantire che le vittime dell’oppressione del regime comunista non venissero mai dimenticate» e «dopo il crollo dell’Urss è diventata la più grande organizzazione per i diritti umani in Russia», ha sottolineato il Comitato per il Nobel. «Oltre a creare un centro di documentazione sulle vittime dell’era stalinista, Memorial ha raccolto e sistematizzato informazioni sull’oppressione politica e sulle violazioni dei diritti umani in Russia. Memorial è diventata la fonte più autorevole di informazioni sui prigionieri politici nelle strutture di detenzione russe», ha aggiunto il Comitato, ricordando che tra i fondatori dell’organizzazione ci sono li premio Nobel per la Pace Andrei Sakharov e la sostenitrice dei diritti umani Svetlana Gannushkina  «Gli attori della società civile in Russia sono stati oggetto di minacce, incarcerazioni, sparizioni e omicidi per molti anni. Come parte delle molestie del governo nei confronti di Memorial, l’organizzazione è stata bollata all’inizio come “agente straniero”. Nel dicembre 2021, le autorità hanno deciso che il Memorial doveva essere liquidato con la forza e il centro di documentazione doveva essere chiuso definitivamente. Le chiusure sono diventate effettive nei mesi successivi, ma le persone dietro Memorial si rifiutano di essere chiuse».

«Fraternità tra le nazioni»

Quanto infine all’organizzazione ucraina Centro per le libertà civili, è stato fondato a Kiev nel 2007 allo scopo di promuovere i diritti umani e la democrazia in Ucraina. «Dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, il Center for Civil Liberties si è impegnato a identificare e documentare i crimini di guerra russi contro la popolazione civile ucraina. In collaborazione con partner internazionali, il centro svolge un ruolo pionieristico al fine di far rispondere i colpevoli dei loro crimini». Il Comitato norvegese che assegna il Nobel per la Pace ha spiegato di aver voluto con la sua scelta «onorare tre eccezionali difensori dei diritti umani, della democrazia e della convivenza pacifica in Bielorussia, Russia e Ucraina. Attraverso i loro sforzi coerenti a favore dei valori umanisti, dell’antimilitarismo e dei principi del diritto, i vincitori di quest’anno hanno rivitalizzato e onorato la visione di pace e fraternità tra le nazioni di Alfred Nobel, una visione quanto mai necessaria nel mondo di oggi», si legge nel comunicato. «Questo premio non è rivolto al presidente Putin… tranne per il fatto che il suo governo rappresenta un governo autoritario che sta reprimendo gli attivisti per i diritti umani», ha sottolineato il responsabile del Comitato norvegese per il Nobel per la Pace.

7 Ottobre 2022
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