Danza Milano
12:30 pm, 5 Ottobre 22 calendario

Zappalà si fa in due per MilanOltre

Di: Redazione Metronews
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DANZA Doppio appuntamento con Roberto Zappalà al Teatro Elfo Puccini per MilanOltre stasera alle 19 con Performative Speech: studio sul Fauno, e il 7 ottobre, in prima nazionale, con Kristo.

Performative Speech: studio sul Fauno

Il primo spettacolo, interpretato da Filippo Domini, nasce da un’idea di Roberto Zappalà e Nello Calabrò, su coreografia dello stesso Zappalà, musiche di Claude Debussy (Prélude à l’Après-midi d’un faune – per piano solo), Giuni Russo e Franco Battiato, The Beatles, Miklós Rózsa.

In scena solo un microfono, un leggio e un tappeto persiano, strumenti al servizio della danza che riportano lo spettatore alle origini di questo mito. Così come il racconto del poema di Mallarmé passa dal sonno al ricordo, in un luogo mentale dove realtà, sogno e desiderio si confondono, allo stesso modo lo spazio dove prende corpo la danza – il mondo interiore del fauno – è un mondo altro in cui esclusione, corteggiamento ed erotismo trovano il proprio spazio espressivo.

È un tappeto. Stendere un tappeto, per tante popolazioni continua ad essere un gesto di grande rilevanza simbolica e pratica. Equivale a portare il paradiso nell’inferno; il tappeto separa due mondi, uno reale e un altro fatto di sogni e di desideri. Il tappeto separa e unisce al contempo la danza da quello che danza non è. Così come la struttura musicale di Debussy, definita dallo stesso musicista “ondulante, cullante, ricca di linee curve” è un tappeto, con una linea sinuosa che richiama le decorazioni floreali.

In prima nazionale Kristo di Roberto Zappalà

Il 7 ottobre, invece, dalle 20.30 in prima nazionale, Roberto Zappalà affronta la figura di Cristo in uno spettacolo, Kristo (quadri di dubbia saggezza), che si compone di visioni, immagini e suoni che lasciano libera l’immaginazione con un montaggio (e smontaggio) di parole dagli autori più disparati che convergono nella voce e nel corpo di un nuovo Cristo.

Il danzatore/attore scelto da Zappalà (sul palco si alternano Massimo Trombetta e Salvatore Romania), in scena con dodici figuranti, non recita, ma reagisce; le parole sono una conseguenza di quello che il suo corpo attua sul palcoscenico.

Un uomo/cristo dotato di autoironia e di dubbi, un poco smemorato e anche vanitoso. Consapevole di possedere un corpo e che forse soffre di un disturbo di personalità multipla.
 Un corpo che si muove, deambulando in una scena casa/appartamento/palestra attraverso dei quadri scenici che si susseguono senza soluzione di continuità. Un corpo che utilizza e distrugge oggetti trasfigurati nella loro quotidianità come una bici.
 Cristo non è l’essere unico che ha segnato uno spartiacque nella storia dell’umanità ma si trasforma in una moltitudine per cui vale quello che dice Hampâté Bâ nella lingua bambara del Mali «maa ka mmaya ka ca a yere kono: le persone di una persona sono numerose in ogni persona».

Nella nuova creazione di Roberto Zappalà non si accenna alla più grande storia mai raccontata, dal titolo del film di George Stevens, né si vuole aggiungere alcuna, per quanto piccola, nota a margine all’assordante rumore audio/video che più di duemila anni hanno prodotto sull’argomento. Si propongono delle visioni fatte di immagini, suoni e parole che lasciano libera
l’immaginazione e che hanno come centro propulsore il corpo del performer, il cui corpo e la “carne” insieme ai testi proferiti, sono la chiave di volta che regge e sospinge la creazione.

Info su www.milanoltre.org

 

5 Ottobre 2022
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