Gas nel Baltico, Danimarca: “Atti deliberati”. Ue: “Risposta forte”

«E’ fondamentale ora indagare sugli incidenti, ottenere piena chiarezza sugli eventi e sul perchè. Qualsiasi interruzione deliberata delle infrastrutture energetiche europee attive è inaccettabile e porterà alla risposta più forte possibile». Lo scrive la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un tweet in cui dà conto di una telefonata con la premier danese, Mette Frederiksen «sull’azione di sabotaggio di Nord Stream».

La Danimarca: “Atti deliberati, non incidente”

Le vaste perdite dal tratto dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 vicino all’isola danese di Bornholm, nel Mar Baltico, sono dovute ad «atti deliberati» e «non a un incidente», aveva chiarito la premier danese, Mette Frederiksen, nel corso di una conferenza stampa.

Il ministro danese dell’Energia e del Clima, Dan Jorgensen, da parte sua ha stimato che le perdite dovrebbero durare «almeno una settimana», ovvero fino all’esaurimento del metano che fuoriesce dai tubi sottomarini.

15 Paesi Ue: “Subito tetto al prezzo”

I ministri dell’Energia di 15 Stati membri dell’Ue, tra i quali Italia e Francia, hanno intanto scritto una lettera alla commissaria europea all’Energia Kadri Simson invitandola a presentare una proposta che introduca un tetto al prezzo del gas naturale che “si applichi a tutte le transazioni sul gas all’ingrosso, non limitate ad una specifica giurisdizione”, cioè non limitato solo al gas proveniente dalla Russia, in vista del Consiglio Energia straordinario del 30 settembre.

Il cap, spiegano, potrebbe essere disegnato in modo da “assicurare la certezza delle forniture e i flussi di gas verso l’Europa”, raggiungendo nel contempo l’obiettivo di “ridurre la domanda di gas”. Tra i firmatari figurano anche Grecia, Polonia, Croazia, Romania, Portogallo e Spagna.