Lagarde (Bce): “Le prospettive economiche si stanno oscurando”
«Le prospettive economiche si stanno oscurando, prevediamo un sostanziale rallentamento dell’attività nei prossimi trimestri». A lanciare l’allerta è la presidente della Bce, Christine Lagarde, nell’audizione alla commissione Affari economici del Parlamento europeo. Il rallentamento dell’attività economica, ha spiegato Lagarde, è dovuto a quattro fattori: «In primo luogo, l’elevata inflazione sta frenando la spesa e la produzione in tutta l’economia e questi venti contrari sono rafforzati dalle interruzioni dell’approvvigionamento di gas». Inoltre, «la forte domanda di servizi che è arrivata con la riapertura dell’economia sta perdendo vigore». «In terzo luogo, l’indebolimento della domanda mondiale, anche nel contesto dell’inasprimento della politica monetaria in molte delle principali economie, e il peggioramento dei tassi di cambio significheranno un minore sostegno all’economia dell’Eurozona», ha aggiunto Lagarde. Infine, ha concluso «l’incertezza rimane elevata, come dimostra il calo della fiducia delle famiglie e delle imprese».
Lagarde preoccupata sul futuro
«L’ingiustificata guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina continua a gettare un’ombra sull’Europa. I miei pensieri sono con il popolo ucraino che soffre le atrocità insensate della guerra. Le conseguenze economiche per l’area dell’euro hanno continuato a manifestarsi dall’ultima volta che ci siamo incontrati a giugno e le prospettive si stanno oscurando – ha proseguito la presidente della Bce, Christine Lagarde – l’inflazione rimane troppo alta ed è probabile che rimanga al di sopra del nostro obiettivo per un lungo periodo. Nella nostra riunione di inizio mese, il Consiglio direttivo ha quindi compiuto un passo importante per anticipare la transizione dal livello prevalente altamente accomodante dei tassi ufficiali verso livelli che garantiranno il tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo di medio termine del due per cento». Il 2023 sarà anno di recessione? «Il futuro ce lo dirà. Nel nostro scenario base la nostra proiezione presume ancora che sarà positivo dello 0,9%. Ma nello scenario negativo, che prevede alcuni elementi che si sono già verificati, potrebbe esserci una recessione dello 0,9%. Ovviamente, dato il livello di incertezza che stiamo affrontando, e l’incertezza sulla risposta fiscale che sarà data da alcuni Paesi, è difficile prevedere cosa avverrà nel 2023. Ma sarà certamente un anno difficile, di cui il primo trimestre sarà quasi certamente negativo così come crediamo che il quarto trimestre del 2022 sarà negativo».
Previsti altri aumenti dei tassi
«Le proiezioni di base sull’inflazione della Bce sono state riviste in modo significativo al rialzo. L’inflazione annuale dovrebbe ora attestarsi all’8,1% nel 2022, al 5,5% nel 2023 e al 2,3% nel 2024 – ha ricordato Lagarde – i rischi per le prospettive inflazionistiche sono principalmente al rialzo, riflettendo principalmente la possibilità di ulteriori importanti interruzioni nell’approvvigionamento energetico. Sebbene questi fattori di rischio siano gli stessi per la crescita, il loro effetto sarebbe l’opposto: aumenterebbero l’inflazione ma ridurrebbero la crescita. Sulla base delle prospettive di inflazione a medio termine, il Consiglio direttivo ha deciso di aumentare i tre tassi di interesse chiave della Bce di 75 punti base, in aggiunta all’aumento di 50 punti base annunciato a luglio. Allo stato attuale, prevediamo di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nei prossimi incontri per smorzare la domanda e prevenire il rischio di un persistente spostamento al rialzo delle aspettative di inflazione. L’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari pesa in particolare sulle famiglie più vulnerabili e la situazione dovrebbe peggiorare prima di migliorare. In questo contesto, è essenziale che il sostegno fiscale utilizzato per proteggere queste famiglie dall’impatto dei prezzi più elevati sia temporaneo e mirato».
«Scudo anti-spread non solo per l’Italia»
«Il Tpi», cioè il Transmission Protection Instrument, meglio noto come scudo anti-spread, «non serve a nessun Paese nello specifico ma a tutti, perchè il suo scopo è la trasmissione adeguata della politica monetaria a tutti i Paesi membri dell’Eurozona, dai Baltici a Malta – ha sottolineato la presidente della Bce – il nuovo strumento di politica monetaria è stato progettato per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate, con una flessibilità sufficiente per rispondere alla gravità dei rischi a cui è esposta la trasmissione delle politiche» della Bce, ma «è soggetto a un elenco di criteri di ammissibilità che il Consiglio direttivo utilizzerà per valutare se una giurisdizione persegue politiche fiscali e macroeconomiche sane e sostenibili». Il cosiddetto scudo anti-spread, ha concluso, «salvaguarderà l’unicità della nostra politica monetaria mentre il Consiglio direttivo procede nel suo percorso di normalizzazione dei tassi ufficiali, aiutandoci a garantire la stabilità dei prezzi a medio termine in linea con il nostro mandato».
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