Disabilità
6:54 pm, 26 Settembre 22 calendario

Disabilità, da Assisi l’appello al Papa: “Riscrivere l’economia con noi”

Di: Redazione Metronews
Disabilità Assisi
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Disabilità, da Assisi l’appello a Papa Francesco. Quanto vale la vita umana? E questo valore, nella sua forma più autentica, può essere messo al centro di un processo di rifondazione dell’economia? Il forte «Sì» di fronte a questo interrogativo è stato l’architrave del messaggio che l’Istituto Serafico di Assisi ha portato all’evento The Economy of Francesco, appena conclusosi proprio nella città del Santo Patrono d’Italia e alla presenza di Papa Francesco.

Disabilità, ad Assisi il punto di arrivo di un percorso iniziato da oltre due anni

Questa tre giorni, punto di arrivo di un percorso iniziato da oltre due anni, è stata un’occasione decisamente speciale. Che ha visto la partecipazione di oltre mille giovani, economisti e imprenditori da tutto il mondo, pronti a incontrarsi con l’obiettivo di firmare un patto col Pontefice per rivedere i meccanismi che regolano l’economia, la finanza, la società in generale. Un momento prezioso per iniziare a pensare fuori da quegli schemi che ormai appaiono inadeguati di fronte a difficoltà sempre crescenti, ben riscontrabili nelle conseguenze della guerra, della pandemia e della crisi ambientale.

Il Serafico di Assisi ha portato la voce dei più fragili

In questa cornice, il Serafico di Assisi ha portato un elemento indispensabile: la voce dei più fragili. Questo istituto, nato 150 anni fa dalla visione di un frate francescano e oggi vero e proprio centro di eccellenza nell’assistenza ai ragazzi con gravi disabilità, è infatti ogni giorno a contatto con alcune tra le realtà più delicate della società. Situazioni ed esperienze che possono insegnare molto. Ma che invece troppe volte rimangono lontane da tutto, dimenticate, messe da parte.

« Molto spesso – sottolinea la presidente del Serafico Francesca Di Maolo – i nostri ragazzi, come le persone più fragili, vengono denominati “ultimi” per esprimere la collocazione che di fatto hanno nella società. Eppure essere “ultimo”, comunque, significherebbe partecipare, essere in gara. Se vogliamo essere onesti, riferendoci alle persone più vulnerabili e ai servizi e alle cure che ricevono, dovremmo usare un termine. Molto più duro e, allo stesso tempo, doloroso: dovremmo dire che sono “scartati”».

Le cifre parlano chiaro

A conferma di questo scenario non mancano le cifre. Basti pensare che, secondo uno studio realizzato dall’Istituto Serafico, oltre il 63% delle famiglie con disabili è costretto a spostarsi continuamente dalla regione di residenza per effettuare le cure necessarie. Un autentico calvario che dimostra come il lavoro da fare sia ancora tanto.

E se l’assistenza e le cure sono importanti, occorre andare anche oltre: «Sappiamo – continua Di Maolo – che prendersi cura delle persone più fragili non ha a che fare solo con degli atti tecnici: la cura si esprime prima di tutto con il riconoscimento della persona, dei suoi affetti, dei suoi talenti e dei suoi interessi».

Papa Francesco e la presidente del Serafico, Francesca Di Maolo./METRO 

Disabilità: ecco perchè ad Assisi una voce diversa

Ecco perché l’Istituto Serafico ha deciso di far sentire, in occasione di The Economy of Francesco, una voce diversa: quella di chi ha più difficoltà a farsi ascoltare. Ma che fa capire l’importanza di superare un approccio incardinato soltanto su risorse e profitti.

«Dalla parte dei fragili – conclude Di Maolo – si maturano nuove visioni capaci di dare slancio a un rinnovamento reale della società e dell’economia. Penso, tra i tanti luoghi della fragilità, al mondo della malattia. La salute delle persone non è una sommatoria di funzioni e non dipende solo dall’efficienza di un sistema sanitario. In tutto il mondo ci si ammala anche perché si è poveri. O per mancanza di lavoro, per l’inquinamento, perché non si conoscono i corretti stili di vita a causa di una mancata e adeguata istruzione. Ci si ammala anche a causa della guerra, della fame, dell’ingiustizia e della solitudine. Economia e salute sono due ambiti strettamente connessi. E chi, se non i giovani, sono in grado di avviare un autentico cambiamento? Loro guardano il mondo senza filtri e hanno il coraggio della speranza. Ed è proprio a loro che chiediamo di tenere negli occhi e nel cuore i volti dei più fragili: solo così potranno riprogettare un mondo giusto e senza esclusi, in cui tutti possano vivere una vita piena».

26 Settembre 2022
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