Un patto tra il Papa e i giovani per un’economia di pace
Un patto tra il Papa e i giovani perchè «occorre un cambiamento rapido e deciso. Questo lo dico sul serio: conto su di voi! Per favore, non lasciateci tranquilli, e dateci l’esempio!». Così Francesco ai giovani riuniti ad Assisi per «Economy of Francesco». «Ci vuole coraggio e qualche volta un pizzico di eroicità», ha aggiunto a braccio. Nel corso delle testimonianze dei ragazzi Bergoglio è intervenuto dicendo anche: «Se non avete niente da dire almeno fate chiasso». «Dobbiamo accettare il principio etico universale – che però non piace – che i danni vanno riparati: se siamo cresciuti abusando del pianeta e dell’atmosfera, oggi dobbiamo imparare – ha sottolineato il Pontefice – a fare anche sacrifici negli stili di vita ancora insostenibili. Altrimenti, saranno i nostri figli e nipoti a pagare il conto, un conto che sarà troppo alto e troppo ingiusto». «Fino a quando il nostro sistema produrrà scarti e noi opereremo secondo questo sistema, saremo complici di un’economia che uccide», ha proseguito Papa Francesco.
Un patto tra il Papa e i giovani
«Non tutte le soluzioni ambientali hanno gli stessi effetti sui più poveri, e quindi vanno preferite quelle che riducono la miseria e le diseguaglianze – ha sottolineato Francesco ai giovani riuniti ad Assisi – mentre cerchiamo di salvare il pianeta, non possiamo trascurare l’uomo e la donna che soffrono. L’inquinamento che uccide non è solo quello dell’anidride carbonica, anche la diseguaglianza inquina mortalmente il nostro pianeta. Non possiamo permettere che le nuove calamità ambientali cancellino dall’opinione pubblica le antiche e sempre attuali calamità dell’ingiustizia sociale», ha aggiunto. E qui Francesco ha citato anche le «ingiustizie politiche». Papa Francesco ha poi firmato un vero e proprio «patto» con il quale i giovani economisti, imprenditori, changemakers, di ogni parte del mondo si impegnano, affinchè «l’economia di oggi e di domani diventi una Economia del Vangelo. Quindi: un’economia di pace e non di guerra, un’economia che contrasta la proliferazione delle armi, specie le più distruttive, un’economia che si prende cura del creato e non lo depreda, un’economia a servizio della persona, della famiglia e della vita, rispettosa di ogni donna, uomo, bambino, anziano e soprattutto dei più fragili e vulnerabili, un’economia dove la cura sostituisce lo scarto e l’indifferenza, un’economia che non lascia indietro nessuno, per costruire una società in cui le pietre scartate dalla mentalità dominante diventano pietre angolari».
«Ricchezza per tutti»
E il patto continua: «Un’economia che riconosce e tutela il lavoro dignitoso e sicuro per tutti, in particolare per le donne, un’economia dove la finanza è amica e alleata dell’economia reale e del lavoro e non contro di essi, un’economia che sa valorizzare e custodire le culture e le tradizioni dei popoli, tutte le specie viventi e le risorse naturali della Terra, un’economia che combatte la miseria in tutte le sue forme, riduce le diseguaglianze e sa dire, con Gesù e con Francesco, “beati i poveri”, un’economia guidata dall’etica della persona e aperta alla trascendenza, un’economia che crea ricchezza per tutti, che genera gioia e non solo benessere perchè una felicità non condivisa è troppo poco». «Noi in questa economia crediamo. Non è un’utopia, perchè la stiamo già costruendo. E alcuni di noi, in mattine particolarmente luminose, hanno già intravisto l’inizio della terra promessa».
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