Massimo Milani (FdI): “Il nostro piano contro il caro-energia”
Massimo Milani è il coordinatore di Fratelli d’Italia Roma ed è candidato capolista alla Camera dei Deputati. Imprenditore e amministratore di società operanti del campo dell’edilizia, dal 2008 ha ricoperto il ruolo di coordinatore dello staff tecnico dell’Assessore ai Lavori pubblici e Periferie di Roma Capitale.
Come pensate di risolvere la questione del caro-energia, che sta mettendo in ginocchio aziende, attività commerciali e famiglie?
“La prima cosa da fare è aiutare concretamente e subito le aziende in difficoltà, poi bisogna separare il costo dell’energia da quello del gas, e soprattutto abbassare l’iva, cosa che lo Stato può fare in qualsiasi momento. Bisogna riaprire il pompaggio del gas e soprattutto sostenere e portare avanti le politiche di price-cap a livello europeo. Va aumentata la produzione dell’energia da fonti rinnovabili per arrivare alla sufficienza energetica nazionale. E infine si deve far ricorso alla produzione energetica attraverso la creazione di impianti di ultima generazione, valutando anche il ricorso al nucleare pulito”.
Dopo quello che è successo nei giorni scorsi nelle Marche, cosa prevedete per ridurre il rischio idrogeologico in Italia?
“Sicuramente è necessario un piano straordinario di resilienza delle aree a rischio dissesto idrogeologico con interventi mirati, per realizzare i quali è fondamentale la semplificazione burocratica. Se prendiamo ad esempio il Tevere, ci sono oltre 4 enti che si occupano del suo stato. Sono troppi, le procedure vanno snellite. A partire dal codice degli appalti, che sarà tra le nostre priorità”.
Una delle grandi emergenze di oggi è il lavoro, in particolare quello dei giovani, sempre più sfruttati e con poche prospettive per il futuro. Cosa avete in progetto per ridare vigore al mondo del lavoro?
“Nel mondo del lavoro oggi si cono troppe regole, norme, contratti: ciò non contribuisce certo al suo buon funzionamento. Da sempre siamo schierati con chi produce ricchezza, vogliamo stare accanto alle aziende e vorremmo uno Stato che agevola l’impresa, anziché massacrarla con una giungla di regole contrastanti. Lavoro significa una rete di servizi efficienti e politiche attive che accompagnano veramente verso una occupazione che c’è, e che non può passare in secondo piano rispetto all’assistenzialismo rappresentato dal reddito di cittadinanza, che sottrae preziose risorse allo Stato e rende introvabili alcuni profili sul mercato”.
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