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12:05 pm, 18 Settembre 22 calendario

Violazione stato di diritto, la Ue vota taglio di fondi a Orban

Di: Redazione Metronews
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L’Ungheria di Orban nel mirino della Commissione europea, che oggi ha votato all’unanimità la proposta di sospendere il 65% dei fondi di tre programmi operativi per la Coesione destinati all’Ungheria a causa della violazione dello Stato di diritto.

Ue, taglio da 7,5 miliardi all’Ungheria di Orban

Il valore totale dei fondi in questione è di 7,5 miliardi di euro, che corrisponde circa a un terzo di tutti i fondi di Coesione destinati all’Ungheria.

La decisione – ha spiegato il commissario europeo al Bilancio, Johannes Hahn – a causa delle irregolarità sistemiche nelle procedure di appalto, le insufficienti inchieste contro il conflitto d’interessi e in generale la debolezza nell’intervento contro la corruzione.

La decisione della Commissione arriva dopo un intenso dialogo tra l’esecutivo europeo e le autorità ungheresi nei mesi scorsi, che ha portato l’Ungheria a proporre una serie di misure correttive per affrontare le preoccupazioni individuate dalla Commissione quando il processo è stato avviato formalmente lo scorso 27 aprile. La Commissione ha valutato a fondo la risposta ungherese, esaminando in particolare se le misure correttive rispondano adeguatamente alle conclusioni iniziali della Commissione.

«Affinchè le misure possano essere considerate adeguate, dovrebbero porre fine alle violazioni dei principi dello Stato di diritto e/o ai rischi che creano per il bilancio dell’Ue e gli interessi finanziari dell’Unione», spiega l’esecutivo di Bruxelles in una nota.

La conclusione della Commissione è che le misure correttive proposte potrebbero in linea di principio affrontare le questioni in questione, se sono correttamente dettagliate nelle leggi e norme pertinenti, e attuate di conseguenza.
In attesa del completamento delle principali fasi di attuazione, la Commissione ritiene che in questa fase permanga un rischio per il bilancio. Questo spiega la decisione odierna e le misure proposte, che tengono conto anche dell’azione correttiva presentata dall’Ungheria. La Commissione propone quindi la sospensione del 65% degli impegni per tre programmi operativi nell’ambito della politica di coesione e il divieto di assumere impegni legali con i fondi di interesse pubblico per programmi attuati in gestione diretta e indiretta.
Il Consiglio dispone ora di un mese per decidere se adottare tali misure, a maggioranza qualificata (il 55% degli Stati membri vota a favore, e devono corrispondere ad almeno 65% della popolazione totale dell’Ue). Il periodo può essere prorogato di un massimo di altri due mesi in circostanze eccezionali.
Nel frattempo, la Commissione monitorerà la situazione e terrà informato il Consiglio di qualsiasi elemento pertinente che possa incidere sulla sua attuale valutazione. L’Ungheria si è impegnata a informare esaurientemente la Commissione sul compimento delle fasi chiave di attuazione entro il 19 novembre.

Il nuovo stop ai fondi all’Ungheria si somma a quello del Pnrr

«Oggi la Commissione europea ha proposto di sospendere una parte dei Fondi di coesione per l’Ungheria. Difendiamo i valori dello stato di diritto e proteggiamo il bilancio comune europeo. Le autorità ungheresi sono chiamate a rispondere con misure correttive concrete». Lo scrive in un tweet il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.

“Finalmente, la Commissione tira fuori i denti che gli abbiamo dato”. E’ il commento di Petri Sarvamaa, portavoce del Gruppo Ppe in commissione per il controllo dei bilanci al Parlamento europeo, a seguito della proposta odierna della Commissione europea di trattenere i finanziamenti dell’Ue per l’Ungheria. “Da sette a otto miliardi di euro non sono noccioline. Insieme ai soldi trattenuti dal Recovery, questa somma danneggerebbe il governo ungherese. Le misure proposte sono un passo nella giusta direzione, ma mi sarei aspettato una linea ancora più rigorosa con le richieste. E’ evidente che l’Ungheria completerà l’elenco dei requisiti sulla carta. La vera domanda è come la Commissione garantirà che le misure siano effettivamente attuate nel sistema ungherese e se il rischio di un uso improprio di I fondi dell’Ue diminuiscono», aggiunge Sarvamaa, capo negoziatore del Parlamento europeo per il regolamento Ue sulla condizionalità dello stato di diritto, base giuridica della proposta odierna.

Il Regolamento Ue sulla condizionalità allo Stato di diritto

Si chiama Regolamento sulla condizionalità allo Stato di diritto. E’ in vigore dal 1 gennaio 2021 e consente all’Unione europea di adottare misure come la sospensione dei pagamenti o le rettifiche finanziarie per proteggere il bilancio europeo. Allo stesso tempo, i destinatari finali e i beneficiari dei fondi dell’Unione dovrebbero continuare a ricevere i pagamenti direttamente dagli Stati membri interessati. E per la prima volta è stato proposto oggi dalla Commissione europea contro l’Ungheria (per la sospensione di 7,5 miliardi di euro di fondi di Coesione).

Le misure previste dal regolamento sulla condizionalità possono essere proposte solo se la Commissione constata che le violazioni dei principi dello Stato di diritto incidono direttamente o rischiano seriamente di compromettere la sana gestione finanziaria del bilancio dell’Unione o degli interessi finanziari dell’Unione in modo sufficientemente diretto. Le violazioni devono essere quindi direttamente legate al bilancio dell’Unione, non semplicemente riguardanti lo Stato di diritto. Di quelle se ne occupa il meccanismo europeo per lo stato di diritto (incentrato sulla relazione annuale), il cui obiettivo è promuovere appunto lo Stato di diritto.
Dopo aver accertato l’avvenuta violazione, la Commissione propone l’attivazione del meccanismo e, successivamente, taglia o congela i pagamenti a quello Stato membro dal bilancio europeo.

18 Settembre 2022
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