Ucraina
11:20 am, 12 Settembre 22 calendario

Medvedev ribadisce: «Capitolazione totale delle autorità ucraine»

Di: Redazione Metronews
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La condizione posta dalla Russia per un futuro negoziato con Kiev è la capitolazione totale delle autorità ucraine. Lo ha scritto su Telegram il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev.
«Un certo Zelensky ha detto che non dialogherà con chi dà ultimatum. Questi “ultimatum” sono solo un piccolo riscaldamento per le condizioni che verranno poste in futuro. Le conosce: capitolazione totale del regime di Kiev alle condizioni della Russia», afferma l’ex presidente russo.

La risposta di Zelensky: «Negoziati impossibili»

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, in un’intervista al canale televisivo americano Cnn, ha dichiarato che i negoziati con il presidente della Russia, Vladimir Putin, sono attualmente impossibili. «Non oggi – ha affermato – Non vedo alcun desiderio da parte loro di essere costruttivi. Non parlerò con chiunque emetta ultimatum».

Zelensky ha inoltre osservato che qualsiasi accordo tra Ucraina e Russia può essere concluso solo in caso di completo ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino. «Nessuna sanzione può essere revocata – ha aggiunto – Non possiamo discutere di nulla con la Russia finché non lascerà il nostro territorio. Soltanto dopo la guerra si potrà parlare di cancellazione di alcune sanzioni, di risarcimenti, di pagamenti da parte loro, di diplomazia. Possiamo coinvolgere i leader di qualsiasi Paese, qualsiasi istituzione internazionale in tali negoziati, ma solo dopo che la Russia avrà liberato tutti i nostri territori».

Ieri, il ministro degli Affari esteri della Russia, Sergey Lavrov, aveva dichiarato che Mosca non rinuncia ai negoziati con l’Ucraina. «Non rifiutiamo i negoziati, ma coloro che li rifiutano dovrebbero capire che più a lungo trascinano il loro inizio, più difficile sarà per loro negoziare con noi».

Le unità d’élite cecene tornano nelle zone militari ucraine

Intanto, le unità d’élite cecene, guidate da Adam Delimkhanov, sono tornate nella zona delle operazioni militari in Ucraina dopo il riposo previsto. Lo ha annunciato il leader ceceno Ramzan Kadyrov sul suo canale Telegram, citato da Tass.

«Il caro fratello, eroe della Russia, deputato della Duma di Stato della Federazione russa Adam Delimkhanov, a capo delle unità della Repubblica cecena, ha iniziato a svolgere i compiti dell’operazione militare speciale sul territorio dell’Ucraina e della DPR», l’autoproclamata repubblica di Donetsk, ha scritto Kadyrov (https://it.wikipedia.org/wiki/Ramzan_Kadyrov), aggiungendo che dopo la liberazione di Mariupol, Severodonetsk, Lisichansk, Popasna e altre città, i combattenti d’élite hanno fatto una pausa e ora sono tornati in prima linea. «In passato vi ho sempre detto di aspettare buone notizie e, dopo le mie parole, le avete sempre ricevute. Quindi ora siate pazienti e aspettatevi grandi risultati dalla prima linea dai nostri combattenti. Arriveranno sicuramente», ha concluso Kadyrov.

Le Forze ucraine hanno ucciso circa 300 soldati russi

La guerra continua. I militari ucraini affermano di aver ucciso nei combattimenti nelle ultime 24 ore circa 300 soldati russi. Nell’aggiornamento su Facebook dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine si legge che sono “circa 52.950” i militari russi morti dall’inizio del conflitto in Ucraina, dopo l’invasione russa, e 2.168 i tank distrutti, così come 1.269 sistemi di artiglieria, 162 sistemi di difesa aerea e 311 lanciarazzi multipli. Distrutti anche, secondo gli ucraini, 243 aerei militari, 213 elicotteri, 903 droni e 15 unità navali. Abbattuti 216 missili da crociera in più di sei mesi di conflitto. Nelle ultime 24 ore, si legge, i russi “hanno subito il maggior numero di perdite nelle direzioni di Kryvyi Rih e Donetsk”.

La condanna di Al Nashif alla censura russa

Nel frattempo, l’alto commissario Onu per i diritti umani ad interim, Nada Al Nashif, condanna «l’intimidazione, le misure restrittive e le sanzioni» applicate in Russia «contro le persone che esprimono opposizione alla guerra in Ucraina». Parlando di fronte al Consiglio Onu per i Diritti Umani, Al Nashif ha sottolineato che tali azioni «minano l’esercizio delle libertà fondamentali costituzionalmente garantite, tra cui i diritti di libera assemblea, libera espressione e libera associazione».

Al Nashif ha poi puntato il dito sulla «pressione contro i giornalisti, il blocco delle risorse internet e altre forme di censura», azioni che sono «incompatibili con il pluralismo dei media e violano il diritto all’accesso all’informazione».

«Esortiamo la Federazione russa a riconsiderare le misure intraprese per espandere l’etichetta di “agente straniero” allo scopo di includere individui considerati “sotto influenza straniera”», ha proseguito l’alta funzionaria Onu, chiedendo al Cremlino di non criminalizzare «contatti non dichiarati con rappresentanti di Stati e organizzazioni straniere o internazionali, considerati diretti contro la “sicurezza” della Federazione Russa».

12 Settembre 2022
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