Venezia 2022
12:00 pm, 6 Settembre 22 calendario

Venezia, oggi è il giorno di Gianni Amelio

Di: P.P.
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CINEMA Oggi alla Mostra del Cinema di Venezia è il giorno del quarto dei cinque titoli italiani in Concorso alla 79esima edizione: Il signore delle formiche di Gianni Amelio con Luigi Lo Cascio e Elio Germano, sul caso di Aldo Braibanti, un poeta condannato dopo un processo per plagio che fece scalpore negli anni ’60.

Amelio racconta Il signore delle formiche

«E’ limitativo dire che è un film sul caso Braibanti – spiega il regista -: questo film è una grandissima storia d’amore tra un uomo e un ragazzo, molto autobiografica. Ci sono in me delle fragilità umane che io ho rivissuto con questo film. E’ come se durante le riprese avessi vissuto una storia d’amore tormentata. Ed ho scoperto le stesse fragilità di Aldo Braibanti: questo ha giovato al film, ma non a me come persona. Penso di aver dato il massimo come regista. Braibanti si è innamorato, mi sono innamorato anch’io. Non mi è andata male come a Braibanti, non sono andato in carcere come lui, ma sono chiuso in un mio carcere personale».

«Sono felice per questo film – ha aggiunto oggi Gianni Amelio -, forse è il più bello che io abbia fatto; questo film lo amo alla follia. Avrà il suo percorso e io darò tutto me stesso, lo seguirò dappertutto, fino all’ultima sala parrocchiale. Ma io non sono felice. Non sono felice per niente, neanche oggi. Capita di essere felice, io non lo sono. Io sono disperato».

Le star sul red carpet oggi

Tra le star di oggi spicca la presenza di Tilda Swinton che si è presentata al Lido con i capelli giallissimi. L’attrice è protagonista di un altro film in Concorso, The Eternal Daughter di Joanna Hogg, su un’artista che deve affrontare con la madre anziana segreti a lungo sepolti.

Al Lido arriva oggi anche il regista Walter Hill che sarà insignito del premio Cartier Glory to the Filmmaker, subito prima della proiezione Fuori Concorso del suo ultimo film Dead For A Dollar. La vicenda narrata dal film prende spunto dalla sceneggiatura The Moon of Popping Trees di Matt Harris (insignita nel 2002 del premio Nicholl Fellowship in Screenwriting) ed è stata adattata per l’occasione dallo stesso Walter Hill.

Raoul Bova è sbarcato al Lido in qualità di volontario e ambassador della Croce Rossa – per la quale è protagonista del docu-film The Lost Beauty – La Bellezza perduta – ed è entrato all’Excelsior insieme alla compagna Rocio Munoz Morales, madrina della manifestazione. Entrando in sala, Bova ha affettuosamente salutato i genitori della compagna prima di procedere verso la prima fila e salutare insieme a lei il presidente della Croce Rossa italiana Francesco Rocca e il regista della serie, Roberto Burchielli. «Consigli a Rocio? Nessuno, è talmente brava che se la sta cavando benissimo da sola – ha detto Bova -, io le sono affianco, faccio il tifo per lei e sono sicuro che da questa esperienza ne uscirà arricchita».

Il docu-film è stato girato in Siria e, spiega l’attore,  «in quei luoghi dove c’era stata la guerra si percepiva cosa sentiva e come viveva quella gente. La Siria è un paese di meraviglie distrutte: non solo per la bellezza dei luoghi, ma per il forte senso di perdita che coinvolge tutto, anche il tempo necessario per ricostruire. E’ un monito per quello che sta succedendo ora in Ucraina». «L’incontro con Bova – racconta il regista Burchielli – è stato da Amatrice, poche ore dopo il terremoto. Si offrì come volontario e grazie a lui abbiamo ricostruito il cinema ad Amatrice».

Tra le celebrity anche Gianluca Mech, imprenditore e personaggio televisivo molto amato – in queste settimane in onda ogni domenica mattina su La7 con L’ingrediente perfetto – che ieri è sbarcato al Lido di Venezia per calcare il red carpet di uno dei film più attesi Don’t Worry Darling di Olivia Wilde con Harry Styles. Ad accompagnarlo la showgirl Aida Yespica, fasciata in un abito total white.

Con L’immensità di Crialese torna l’universo transgender

Ieri, invece, Emanuele Crialese ha presentato al Festival (https://www.labiennale.org/en/cinema/2022) il suo film, L’immensità, sulle tematiche transgender interpretato da Penelope Cruz. E dalla ribalta ha rivelato di essere nato donna. Il film è infatti ispirato alla sua difficile adolescenza. «Non sarò mai come gli altri uomini… Sono nato biologicamente donna», ha detto Crialese che ha aggiunto che, nonostante la sua transizione, c’è ancora «un’enorme parte del mio personaggio che è femminile».

Nel film, il personaggio interpretato da Penelope Cruz cerca di proteggere la figlia adolescente, che si identifica come maschio, in una famiglia borghese dominata da un marito violento e infedele.

L’immensità di Crialese non è l’unico al festival di quest’anno ad abbracciare artisti che rifiutano i tradizionali ruoli di genere o che affrontano questioni legate all’identità sessuale.

Trace Lysette protagonista di Monica di Pallaoro

Un altro film del concorso principale, Monica, del regista italiano Andrea Pallaoro, ha come protagonista un’attrice transgender, una novità assoluta in 79 edizioni del Festival. Trace Lysette, nota per il suo ruolo nella serie Amazon Prime Transparent, interpreta una donna transgender che torna in Ohio dopo una lunga assenza per assistere la madre morente. «E’ molto raro vedere una sceneggiatura in cui c’è un personaggio trans al centro e il film è raccontato attraverso la sua lente – spiega  Lysette -, di solito i personaggi trans sono più un veicolo secondario per la storia di qualcun altro».

L’omaggio oggi a Monica Vitti

Un omaggio all’indimenticabile Monica Vitti oggi alla Mostra del Cinema di Venezia con una delle sue più celebri interpretazioni, Teresa la ladra, film diretto dall’allora suo compagno Carlo Di Palma. Il restauro della pellicola è stato realizzato in digitale 4k dal Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale a partire dai negativi scena e colonna messi a disposizione da Minerva Pictures. Sarà proiettata nella sezione Venezia Classici, che torna dopo due anni di assenza nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.
Girato nel 1973, in Teresa la ladra, la Vitti è Teresa, vedova di guerra e madre alla continua ricerca di nuovi mestieri, che spesso è costretta a rubare per vivere. Nel difficile periodo storico contrassegnato dalla Seconda guerra mondiale in Italia, si consuma la dolorosa epopea di una donna fragile che conoscerà il dolore della prigione, la solitudine del manicomio e l’impossibilità di riconciliarsi col proprio figlio. Nel cast anche Stefano Satta Flores, Carlo Delle Piane, Michele Placido e Anna Bonaiuto.

Domani toccherà a Bentu di Salvatore Mereu

Sarà al cinema dal prossimo 15 settembre Bentu, il nuovo film di Salvatore Mereu, in concorso domani, mercoledì 7 settembre, alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia.
Liberamente tratto da Il vento e altri racconti di Antonio Cossu, il film è ambientato nella Sardegna degli anni Cinquanta, sulle colline del Trexenta, all’epoca uno tra i più antichi granai dell’isola. Il film intreccia temi e motivi, dall’encomio della natura e delle sue leggi al racconto di formazione, al film etnografico: ma è anche – spiega il regista – «la storia di un’amicizia, quella tra Raffaele e il piccolo Angelino, di una relazione umana che si dipana attraverso l’apprendistato, l’iniziazione, che matura in condizione di totale isolamento in un tempo e in un luogo dove anche l’arrivo di una trebbia viene vissuto come il passaggio del Rex».

P.P.

6 Settembre 2022
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