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9:35 am, 15 Agosto 22 calendario

Cina, navi e caccia circondano di nuovo Taiwan. Tensione anche su isole Senkaku

Di: Redazione Metronews
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La Cina non molla Taiwan. Nuove esercitazioni cinesi nel mare e nello spazio aereo attorno a Taiwan, all’indomani dell’arrivo sull’isola di una delegazione di membri del Congresso Usa.

Il presidente di Taiwan Tsai Ing-wen ha ricevuto lunedì i cinque membri del Congresso guidati dal senatore democratico Ed Markey al palazzo presidenziale, secondo quanto riferito dai media locali. La parte cinese ha parlato di un’altra “provocazione” e ha annunciato nuove manovre intorno a Taiwan. Il portavoce del ministero della Difesa Wu Qian ha visto una “palese violazione” degli accordi Cina-Usa e una violazione della sovranità cinese e dell’integrità territoriale. La visita manda un “segnale sbagliato alle forze indipendentiste” a Taiwan.

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Cina, aerei e navi attorno a Taiwan

Lo ha annunciato il portavoce del Comando Orientale dell’esercito di Pechino, Shi Yi, in una nota diffusa sul proprio account Weibo, il social network più utilizzato in Cina, in cui parla di «deterrente solenne» per i «brutti scherzi politici» di Stati Uniti e Taiwan. Le forze del Comando Orientale, ha aggiunto, «prenderanno tutte le misure necessarie per difendere risolutamente la sovranità nazionale, la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan».

Ventidue aerei e sei navi militari sono stati schierati dai cinesi intorno all’isola. Il ministero della Difesa di Taiwan ha denunciato la violazione in almeno dieci episodi, da parte dei caccia cinesi, della linea mediana dello Stretto di Formosa, confine non ufficiale ma tacitamente rispettato da Taipei e Pechino. Le forze militari dell’isola hanno monitorato la situazione con pattuglie aeree navali e sistemi missilistici a terra, ha affermato il ministero.

Ieri è giunta sull’isola una delegazione di cinque membri del Congresso Usa, capeggiata dal senatore democratico Ed Markey, per una visita di due giorni a Taiwan, a soli dodici giorni dall’arrivo a Taipei della delegazione guidata dalla speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi, che ha fatto infuriare Pechino, e a cui la Cina ha risposto lanciando sette giorni di imponenti esercitazioni militari attorno all’isola.

Un Su-35

Pechino contro gli Usa

La Cina ha avvertito Washington e Taipei che ogni ostacolo alla «riunificazione» di Taiwan alla Cina è destinato a fallire e che l’esercito cinese è addestrato per «distruggere risolutamente» ogni forma di separatismo e le interferenze straniere nella questione dell’isola su cui Pechino rivendica la sovranità. Lo ha dichiarato in una nota il portavoce del ministero della Difesa cinese, Wu Qian, dopo il lancio di nuove esercitazioni nel mare e nello spazio aereo attorno all’isola, all’indomani dell’arrivo a Taipei di una delegazione di cinque membri del Congresso Usa.
«Usare Taiwan per controllare la Cina e affidarsi agli Stati Uniti per cercare l’indipendenza è destinato a fallire», ha scandito il portavoce, e «ogni tentativo che va contro la tendenza della storia, contro la volontà dell’intero popolo cinese e ostacola il processo di riunificazione della Cina finirà inevitabilmente con un fallimento». L’esercito, aggiunge la nota diffusa dai media cinesi, ha continuato ad addestrarsi e a prepararsi alla guerra, a difendere risolutamente la sovranità nazionale e l’integrità territoriale e a «distruggere risolutamente qualsiasi forma di separatismo di ‘indipendenza di Taiwan’ e tentativi di interferenza straniera».

Navi cinesi anche nelle acque delle isole Senkaku

La guardia costiera giapponese ha denunciato ieri  l’ingresso di due navi cinesi nelle acque delle isole Senkaku, l’arcipelago conteso dai due paesi. Le navi tipo Haijing sono entrate nelle acque dichiarate proprie dal Giappone alle 4:10 e alle 4:15 di domenica dall’isola di Uotsuri, secondo l’agenzia Jiji Press, che cita la guardia costiera con sede a Naha, Okinawa.
Si tratterebbe della diciassettesima incursione delle navi delle autorità cinesi nelle acque rivendicate dal Giappone nella regione dell’arcipelago Senkaku (Diaoyu per i cinesi).

Il Giappone afferma che le cinque isole fanno parte del suo territorio dal 1895 e non appartenevano a nessuno prima, ma la Cina afferma che sulle mappe del 1783 e del 1785 l’arcipelago è identificato come territorio cinese e che era appartenuto all’Impero cinese. Tokio attribuisce le rivendicazioni cinesi alla scoperta negli anni Settanta di significative riserve di idrocarburi nell’area. Le isole sono rivendicate anche da Taiwan.

15 Agosto 2022
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