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2:24 pm, 7 Agosto 22 calendario

Calenda strappa e rompe il patto con il Pd

Di: Redazione Metronews
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Carlo Calenda recede dal patto con il Pd, siglato appena martedì scorso con il segretario dem Enrico Letta. Lo ha annunciato in tv su Raitre da Lucia Annunziata. Azione esce dunque dal Patto di Centrosinistra.

“Abbiamo iniziato con un’agenda precisa e abbiamo finito con una coalizione contraddittoria e non credibile. Sostituire i M5S con ex M5S e gente che ha votato la sfiducia a Draghi ed è contro la Nato, è insensato. E doppi patti sono incomprensibili”.

Calenda, l’addio di Azione al Patto con il Pd

“Non ho mai voluto la distruzione del Pd, l’Italia ha bisogno di un grande partito socialdemocratico – ha detto Calenda – Ho fatto un negoziato con il Pd per creare una alternativa di governo,  ma mano a mano si è trasformato fino a oggi, che mi trovo a fianco di persone che non hanno votato 55 volte la fiducia a Draghi. E allora mi sono un po’ perso. Io non faccio politica per questo. Non mi sento a mio agio, non c’è dentro coraggio, bellezza, serietà e amore a fare politica così, ho quindi comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza. Ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza. Si tratta della decisione più sofferta della mia vita. Ed è questo l’elemento che mi fa decidere, ho deciso di fare politica nel 2018 quando il Pd prese il minimo storico, e l’ho fatto per contrastare il populismo becero, pensavo che il Pd fosse l’unico argine, poi il Pd ha preso una strada differente”. E poi: “Questa legislatura ha visto tutto il contrario di tutto, e due sono stati i punti di rottura, l’incapacità di trovare un nome diverso a Mattarella e l’ignominia internazionale della caduta di Draghi”, dice Calenda.

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Della Vedova, Letta e Calenda

“Letta? Nei giorni scorsi gli ho proposto di fare un’alleanza netta, avrei rinunciato ai collegi”

Questa coalizione è fatta per perdere, c’era l’opportunità di farne una per vincere, per questo eravamo disposti a cedere su tutto, anche i collegi, la scelta è stata fatta dal Pd. Nei giorni scorsi – ha ricostruito il leader di Azione – sono andato da Enrico Letta e gli ho proposto di fare un’alleanza netta e che rinunciavo ai collegi, avrei accettato anche solo il 10%. Letta lo sapeva ieri cosa sarebbe accaduto, lo avevo avvertito. Ho sbagliato, ho commesso l’ingenuità di pensare che il Pd fosse pronto a fare una Bad Godesberg, che avrebbe rappresentato la sinistra. Letta? Ha fatto quello che tutti i leader del Pd hanno fatto prima di lui, ma da lui mi aspettavo qualcosa in più. Mi scuso con gli italiani per aver tenuto appeso il Paese per una cosa molto piccola ma che per noi di Azione è molto grande”, ha aggiunto.

Il riferimento di Calenda a Bad Godesberg va al programma approvato del Partito socialdemocratico della Repubblica Federale di Germania nel 1959 nella città tedesca, da cui appunto prende il nome. Il programma sanciva l’abbandono di ogni riferimento al marxismo e la netta presa di distanza dalle esperienze dei Paesi comunisti. Fu un programma che sanciva di fatto una radicale rottura in chiave progressista con la linea politica precedente che prevedeva, oltre all’abbandonando dell’ideologia marxista, il rigetto dell’anticlericalismo e riconosceva il libero mercato, la concorrenza e la libera impresa. Di fatto anche il passaggio dal massimalismo al riformismo.

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Il Terzo Polo, le firme, Renzi

E ora? «Faremo liste forti e avremo una linea netta. E se dovremo raccogliere firme le raccoglieremo e se non ci riusciremo, vorrà dire che la nostra proposta era davvero debole. Renzi? Non l’ho sentito – ha detto Calenda – Ci parlerò? Certo, ma terrò un tasso di idealità molto forte. Di certo ho ricevuto negli ultimi due giorni una quantità di contumelie dai renziani come mai nella mia vita. Comunque, da domani, costruiremo liste molto forti, e diremo agli italiani “per la prima volta potete votare per e non contro”».

“Chiederei per cortesia a tutti i sostenitori di Azione di non rispondere agli attacchi. Adesso c’è solo lavoro da fare. Non ho alcuna acredine nei confronti del Pd. Solo il dispiacere per un’occasione mancata. Forza e onore”.

Da +Europa apprezzamento per il patto con Pd

La segreteria di +Europa ribadisce il forte apprezzamento per il patto sottoscritto martedì scorso dalla Federazione +Europa/Azione con il Pd. Lo si legge in una nota. In particolare la Segreteria apprezza le parole usate ieri dal Segretario del Pd Enrico Letta, che ha ribadito come il patto tra Pd e Federazione +Europa/Azione sia un accordo di governo fondato sull’agenda Draghi e sulla collocazione europea e atlantica del nostro Paese, mentre gli accordi con altre liste siano accordi elettorali, finalizzati a non consegnare la vittoria a tavolino dell’alleanza guidata da Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Enrico Letta inoltre ha escluso qualsiasi tentazione di riapertura al M5S di Conte. Se dovessero emergere nuovi elementi di valutazione sul patto, la Direzione di +Europa si riunirà per discuterne e assumere decisioni.

Il Pd esprime forte apprezzamento per la nota diramata poco fa dalla Segreteria di +Europa, che ribadisce il proprio sostegno al Patto sottoscritto martedì scorso tra lo stesso Pd e la Federazione +Europa/Azione. Lo si apprende da fonti del Nazareno.

La firma del patto tra Pd, Si e Verdi, il silenzio di Calenda

Ieri la firma dell’altro accordo, di tipo “elettorale”, tra lo stesso Pd, Si, Verdi e Di Maio. Alla fine il Pd dovrebbe presentarsi nel 58% circa dei collegi uninominali, il 24% dovrebbe essere destinato a esponenti di Azione-+Europa, il 14% a Verdi e Sinistra italiana, il 4% a Impegno civico. Carlo Calenda ieri dopo la firma era rimasto in silenzio. L’unico tweet del leader di Azione al riguardo era stato “Almeno loro sono chiari”,  a proposito dei punti programmatici di Sinistra italiana che comprendono, tra l’altro, Reddito di cittadinanza e no all’energia fossile.

Carfagna: “Finalmente!”

“Avanti con Azione! Sarà una battaglia rischiosa ma bellissima: quella per ricostruire in Italia un polo liberale e moderato che non sia schiavo di sovranisti e populisti. Finalmente!“. Lo scrive su Twitter la ministra del sud Mara Carfagna.

«Grazie al coraggio di Carlo Calenda da oggi l’Italia, tra la sinistra di Fratoianni e la destra filo Orbàn, avrà una proposta popolare, liberale e riformista, che guarda al metodo Draghi e mette il bene del Paese prima di qualsiasi calcolo elettorale. Forza Carlo, avanti insieme», scrive su Twitter Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie.

7 Agosto 2022
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