Taiwan, la Casa Bianca convoca ambasciatore cinese

Taiwan: la Casa Bianca ha convocato l’ambasciatore cinese a Washington, Qin Gang, per condannare le esercitazioni militari cinesi . E per ribadire che gli Stati Uniti non desiderano una crisi nella regione. Lo riferisce il Washington Post. «A seguito delle azioni della Cina di ieri notte, abbiamo convocato l’ambasciatore Qin Gang alla Casa Bianca per parlargli delle azioni provocatorie», ha dichiarato al quotidiano il portavoce della Casa Bianca, John Kirby. Pechino ha deciso di sanzionare la presidente della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, per via della sua visita, definita dal ministero degli Esteri cinese un’iniziativa «malevola» e «provocatoria».

Taiwan, Blinken parla di “escalation cinese”

In precedenza le esercitazioni militari cinesi nello Stretto di Taiwan e nella zona economica esclusiva del Giappone erano state definite  «una escalation notevole» che «destabilizzerà la regione». A dirlo era stato il Segretario di Stato americano Antony Blinken . Il tutto durante una conferenza stampa a margine del vertice dell’Asean a Phnom Penh in Cambogia. «La Cina ha scelto di reagire in modo esagerato. E di usare la visita della presidente Pelosi come pretesto per aumentare l’attività militare provocatoria dentro e intorno allo stretto di Taiwan», ha detto Blinken.
Il Segretario di Stato americano ha ribadito che gli Stati Uniti «non sostengono l’indipendenza di Taiwan».

Sulla vicenda ha fatto discutere anche l’intervento del Cremlino. Che ha preso le parti di Pechino. «La Cina sta agendo in modo legittimo per difendere la sua sovranità». A dirlo è stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. La stilettata arriva  mentre proseguono le maxi manovre militari cinesi intorno a Taiwan. E dopo la visita di Nancy Pelosi sull’isola, che ha fatto infuriare Pechino che considera l’isola, di fatto indipendente, una «provincia ribelle». «Queste provocazioni non restano senza ripercussioni», ha detto Peskov nelle dichiarazioni riportate dalla Tass, convinto che «le tensioni non si placano così rapidamente con queste provocazioni».