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11:01 am, 4 Agosto 22 calendario

La Cina lancia missili vicino Taiwan. La Nato: “Pechino non esageri”

Di: Redazione Metronews
La Cina lancia missili
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La Cina lancia missili balistici Dongfeng nelle acque intorno alle coste nord-est e sud-ovest di Taiwan.

Taipei ha affermato di aver attivato i relativi sistemi di difesa in risposta al lancio. Pechino rivendica di avere effettuato «con successo» un’esercitazione missilistica al largo di Taiwan. «Tutti i missili hanno colpito il bersaglio con precisione», si legge nella nota emessa dal Comando orientale dell’Esercito Popolare di Liberazione, a firma del portavoce Shi Yi. «L’intera missione di addestramento di artiglieria è stata completata con successo», aggiunge la nota.

Il ministero della Difesa di Taiwan ha condannato il lancio di missili da parte dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese, che ha avviato tre giorni di esercitazioni militari attorno a Taiwan, circondando l’isola, in risposta alla visita della speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, a Taiwan. Sono «azioni irrazionali», le definisce il ministero della Difesa di Taiwan, citato dai media locali, che hanno come obiettivo di «minare la pace regionale». La Marina degli Stati Uniti ha annunciato che la portaerei Uss Ronald Reagan si sta dirigendo verso un tratto di oceano che include le acque a Sud-Est di Taiwan. «La Uss Ronald Reagan e il suo gruppo d’attacco sono operativi nel Mar delle Filippine e continuano le normali operazioni programmate come parte della sua pattuglia di routine a sostegno di un Indo-Pacifico libero e aperto», ha annunciato il portavoce della Marina americana.

La Cina lancia 11 missili

Le autorità della capitale di Taiwan, Taipei, stanno incoraggiando i residenti a scaricare una app che riporta le località degli oltre cinquemila rifugi anti-aerei della città, in grado di ospitare fino a 12,8 milioni di persone, oltre cinque volte la popolazione totale della capitale, che è attorno a 2,6 milioni di persone. Secondo un portavoce della città, Cheng Ta-chuan, citato dall’agenzia di Taiwan Central News Agency, Taipei conta 5.771 rifugi antiaerei, 1.417 dei quali in edifici governativi, scuole e uffici, mentre gli altri 4.354 si trovano in edifici privati. Nel caso di un’esercitazione aerea o dello scoppio di una guerra, i rifugi saranno aperti al pubblico su direttiva del ministero della Difesa di Taiwan, ha detto il portavoce, mentre è già disponibile on line, riferisce ancora la Cna, una lista completa dei rifugi antiaerei su scala nazionale.

Nato: “Pechino non esageri”

«La visita di Nancy Pelosi» a Taipei «non dà motivo alla Cina di reagire in modo esagerato, di minacciare Taiwan o di usare una retorica minacciosa». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. «Gli Stati Uniti e altri alleati della Nato hanno regolarmente visitato Taiwan con alti funzionari nel corso degli anni, e quindi questo non dà motivo alla Cina di reagire in modo eccessivo», ha aggiunto il numero uno dell’Alleanza atlantica.

La protesta del Giappone

Si ritiene che 4 dei 5 missili balistici cinesi caduti nella zona economica esclusiva del Giappone «abbiano sorvolato l’isola principale di Taiwan». Lo ha affermato il ministero della Difesa del Giappone. Tokyo ha presentato una protesta diplomatica con la Cina, mentre Pechino ritiene che le esercitazioni militari su larga scala siano avvenute nelle acque intorno a Taiwan.

Russia contro Stati Uniti

Dopo la visita a Taiwan della speaker della Camera Nancy Pelosi, «la sfiducia nei confronti degli Stato Uniti diventerà colossale» e la sicurezza in Asia «peggiorerà in modo drammatico». È l’analisi del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, che ha commentato in un’intervista a Ria Novosti le conseguenze sul lungo termine della missione di Pelosi a Taipei. Anche il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, è tornato a condannare la visita a Taiwan della speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, definendola un’azione «maniacale, irresponsabile e altamente irrazionale» da parte degli Stati Uniti. Parlando alla riunione dei ministri degli Esteri dell’ASean a Phnom Penh, in Cambogia , Wang – come riferisce l’emittente statale cinese Cctv – ha affermato che la Cina ha compiuto il massimo sforzo diplomatico per evitare la crisi, ma «non permetterà mai che i suoi interessi fondamentali vengano danneggiati». Le misure messe in atto ora e quelle future, ha avvertito il capo della diplomazia di Pechino, sono contromisure difensive necessarie e tempestive, attentamente ponderate e valutate, volte a salvaguardare la sovranità e la sicurezza nazionale, in in linea con il diritto internazionale e nazionale.

Cina contro il G7

La Cina respinge il comunicato del G7 e dell’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, che ha chiesto a Pechino di astenersi da una «aggressiva attività militare» per il rischio di una «escalation non necessaria» nello Stretto di Taiwan. «Le azioni errate del G7 hanno causato grande indignazione nel popolo cinese», ha dichiarato il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, citato in una nota della diplomazia di Pechino. Il G7 «confonde giusto e sbagliato e accusa infondatamente la Cina di misure ragionevoli e legittime» per salvaguardare la sovranità e l’integrità territoriale. «Sono gli Stati Uniti che hanno provocato guai, gli Stati Uniti hanno creato la crisi e gli Stati Uniti sono ancora quelli che continuano ad aumentare le tensioni», ha scandito il ministro degli Esteri cinese.

4 Agosto 2022
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