INTERVISTA CON ENRICO LETTA
4:55 am, 5 Agosto 22 calendario

“Basta contratti precari e stage a costo zero. Ambiente, il futuro sono le rinnovabili”

Di: Lorenzo Grassi
Intervista con Enrico Letta
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Con questa intervista al segretario del Pd, Enrico Letta, Metro inizia una serie di approfondimenti tematici con i principali protagonisti della sfida elettorale del prossimo 25 settembre. Chiederemo loro di rispondere in modo diretto sui punti programmatici che interessano maggiormente e più da vicino gli italiani.

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Onorevole Letta, la transizione ecologica e la necessità di uscire dalla dipendenza energetica russa chiamano l’Italia a scelte drastiche e rapide. Il tema ambientale sarà cruciale?
«L’ultimo impegno internazionale del presidente Draghi prima della crisi di governo è stato in Algeria, che diventerà il primo fornitore di gas del nostro Paese. Non più la Russia. Dobbiamo lavorare su due piani: quello del prossimo inverno per limitare il più possibile le criticità per imprese e cittadini e poi il piano per il futuro. Nel breve periodo serviranno misure per assicurare l’approvvigionamento necessario. Ma questo in nessun modo deve bloccare il futuro che per noi sono le rinnovabili. Quando dico futuro non parlo di obiettivi a 10 o 20 anni, perché non abbiamo più tempo: si soffoca, l’agricoltura è in enorme, storica difficoltà; i ghiacciai sulle nostre montagne si sciolgono; gli eventi alluvionali si moltiplicano. Cos’altro deve accadere per intervenire? Abbiamo una responsabilità verso i nostri figli e i nostri nipoti, che infatti nelle piazze di tutto il mondo ce lo ricordano. Non è rinviabile un “piano rinnovabili” per abbattere i costi dell’energia e minimizzare la dipendenza dall’estero, così come non si possono spostare ancora avanti le scadenze per l’abbattimento delle emissioni».

Il lavoro e i giovani

La disoccupazione resta uno dei “talloni d’Achille” del nostro Paese. Come si può “creare” nuovo lavoro?
«Innanzitutto investendo nella formazione: scuola, istituti tecnologici, università, post laurea. Non c’è disuguaglianza peggiore di quella per nascita. Le opportunità devono essere il più possibile omogenee, dove non può arrivare la tua famiglia deve arrivare la comunità. Poi però, dopo aver formato ragazze e ragazzi, il mondo del lavoro deve saper accogliere con retribuzioni e contratti adeguati. Quindi sì al taglio delle tasse sul lavoro e a una mensilità in più per contrastare l’aumento dei prezzi; sì a incentivi all’assunzione dei giovani; sì a nuove norme che mettano uno stop a stage e apprendistato a costo zero».

Letta e il salario minimo

Il salario minimo può essere una soluzione efficace per garantire retribuzioni dignitose?
«Sì, il ministro del Lavoro Orlando aveva già avviato questo percorso e portato una proposta al tavolo con i sindacati. Senza questa folle crisi di governo, saremmo stati già in grado di metterlo in campo, insieme ad altre proposte, come il taglio del costo del lavoro. E poi stop alla miriade di contratti precari. Questi tre punti saranno al centro del programma del Pd: il lavoro è dignità».

Sulle pensioni, esaurita l’esperienza di Quota 100, quale può essere una proposta sostenibile?
«Quota 100 è stata una risposta sbagliata a un problema molto serio, che tocca la vita di tante persone in carne e ossa. Ha avuto costi troppi alti e certamente ha fallito l’obiettivo di favorire l’occupazione dei giovani. Il Governo Draghi avrebbe affrontato la questione in autunno, ma con l’irresponsabile crisi di governo che porterà alle elezioni del 25 settembre, non è stato possibile. Saremo noi, se vinceremo, a intervenire con tre presupposti chiari. Primo: avere attenzione a chi svolge lavori usuranti. Secondo: creare una condizione che non sfavorisca le donne, come ha fatto Quota 100. Terzo: affrontare la questione giovani. C’è poi un quarto punto e riguarda chi già oggi non riesce ad arrivare a fine mese con la pensione. E qui entriamo nelle misure di solidarietà e di contrasto alla povertà».

Reddito di cittadinanza da migliorare

A proposito di povertà e Reddito di cittadinanza, da azzerare o da modificare?
«In sintesi, il reddito di cittadinanza va mantenuto ma migliorato. Forme di reddito di cittadinanza esistono in tutta Europa e non vanno in contrasto con il lavoro. Inoltre l’Istat ha certificato che senza questa misura avremmo avuto un milione di poveri in più in Italia. Poi, dobbiamo ammettere che il reddito di cittadinanza va rivisto perché non hanno funzionato le politiche attive per la ricerca del lavoro, che andranno completamente ripensate. E comunque è arrivato il momento di dire “basta alla caccia al povero” che stanno portando avanti la destra e purtroppo anche Italia viva».

I flussi migratori sono destinati ad aumentare e il nostro Paese ne è uno dei crocevia. Qual è la soluzione per affrontare questo fenomeno?
«Intanto la premessa, senza demagogia. Cito due numeri. Dall’Ucraina sono arrivati dopo lo scoppio della guerra circa 145 mila profughi. Gli sbarchi a fine luglio hanno riguardato circa 40 mila migranti. Qualcuno ha percepito una invasione ucraina? No. Con credibilità bisogna fare un lavoro comune in Europa di condivisione delle responsabilità. Non può fare tutto l’Italia. Certo, se l’Europa fosse governata dagli alleati di Salvini e Meloni, come Orban, la situazione sarebbe ancora più complessa. E non dimentichiamo mai che nella stragrande maggioranza dei casi parliamo di persone in grande difficoltà, civili e bambini».

5 Agosto 2022 ( modificato il 4 Agosto 2022 | 20:00 )
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