suicidio
5:23 pm, 3 Agosto 22 calendario

Autodenuncia di Cappato trasmessa alla Procura di Milano

Di: Redazione Metronews
Autodenuncia di Cappato
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Autodenuncia di Cappato trasmessa alla Procura di Milano. I carabinieri della compagnia Duomo hanno trasmesso alla Procura di Milano la denuncia di Marco Cappato, in cui si è auto-accusato del reato di aiuto al suicidio dopo avere aiutato Elena, una donna malata di cancro in stadio terminale, a morire in Svizzera. Con la denuncia – da quanto appreso – dovrebbe essere iscritto un fascicolo dai pm del pool «Tutela ambiente, salute, sicurezza, lavoro» per svolgere gli accertamenti del caso. Tuttavia, l’indagine potrebbe essere trasferita per una questione di competenza territoriale alla procura di Venezia. Questo perchè – viene spiegato in ambienti giudiziari – parte della condotta prevista dal reato di aiuto al suicidio, di cui il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni si è autodenunciato, si sarebbe configurata a Spinea, il comune di Elena Altamira dalla quale è partita per raggiungere Basilea.

Autodenuncia di Cappato

Ai carabinieri Cappato, con al fianco l’avvocato Filomena Gallo, ha raccontato «nel dettaglio» quello che ha fatto, scrivendosi il suo capo d’imputazione. «Volevo essere preciso in modo che fosse chiaro che il mio è stato un aiuto indispensabile per Elena perchè non avrebbe mai accettato di mettere a rischio il marito e la figlia. Alle sette del mattino sono andato in auto nel suo paese in Veneto, ho citofonato, sono salito in casa e poi l’ho accompagnata in auto a Basilea dove l’ho aiutata a interpretare quello che chiedevano prima di procedere. L’ho fatta sentire un po’ meno in esilio, per quanto possibile». Marco Cappato è consapevole che l’aver aiutato a morire in Svizzera Elena possa costargli 12 anni di carcere ma spera in un iter simile a quello che lo ha portato all’assoluzione per il caso di Dj Fabo, la “spinta” per il successivo intervento della Consulta che ha riconosciuto, a certe condizioni, il diritto all’aiuto al suicidio. «Con Fabo è stata aperta una strada che riguarda migliaia di persone. Il nostro obbiettivo non è lo scontro o il vittimismo o il martirio – ha detto Cappato  – siamo qui con la speranza che le aule di Tribunale possano riconoscere un diritto fondamentale, sapendo che c’è anche la possibilità del carcere».

3 Agosto 2022
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