Macerata
2:38 pm, 30 Luglio 22 calendario

Civitanova Marche, la comunità nigeriana in piazza

Di: Redazione Metronews
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MACERATA Si è ritrovata lì, nel punto esatto in cui ieri è stato ucciso a colpi di stampella il 39enne di origine nigeriana, Alika Ogorchukwu. La comunità nigeriana si è raccolta in quel luogo per chiedere un processo immediato contro l’uomo che ha massacrato il loro connazionale sotto gli occhi di molti, passanti e residenti che si sono limitati a filmare quell’atroce aggressione avvenuta in pieno giorno – erano le 14,30 – nel centralissimo corso Umberto a Civitanova Marche (https://metronews.it/2022/07/29/ucciso-a-bastonate-sul-corso-principale/). Anche la moglie della vittima, Charity Oriak, è lì e ripete ossessivamente una semplice domanda a cui, purtroppo, non ci sono risposte: «Perché? Perché nessun aiuto? Voglio giustizia».

Aliga Ogorchukwu è stato finito «a mani nude»

Grazie a quei filmati e alle immagini riprese dalle telecamere di vigilanza, le forze dell’ordine hanno potuto riscostruire la dinamica della vicenda: «l’aggressore ha seguito la vittima e l’ha dapprima colpita con una stampella, quindi l’ha fatta cadere a terra e poi l’ha finita – fino a causarne la morte – colpendola ripetutamente a mani nude. Dopo averla tramortita ha sottratto il telefono cellulare». L’agonia sarebbe durata quattro minuti.

L’aggressore, Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, operaio di 32 anni, è stato arrestato in flagranza per omicidio volontario e rapina.

Alika Ogorchukwu era conosciuto nella zona: vendeva fazzolettini di carta in strada. Era sposato e padre di un bambino di 8 anni. Aveva un regolare permesso di soggiorno. Doveva far ricorso a quella stampella che poi l’ha ucciso per camminare. Ieri era lì, come al solito, su corso Umberto. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, avrebbe chiesto a Ferlazzo di comprare quei fazzolettini. Secondo alcuni testimoni, invece, l’operaio si sarebbe giustificato dicendo che Ogorchukwu aveva «importunato la mia fidanzata». Cosa è successo dopo è stato ripreso dai video girati dai cellulari, dalle telecamere di sorveglianza e dalle testimonianze raccolte.

Lo sdegno del sindaco di Civitanova Marche

Generale lo sdegno verso questo barbaro omicidio. Il sindaco di Civitanova Marche, Fabrizio Ciarapica, afferma che «quanto accaduto ieri ci fa rimanere tutti attoniti. E’ un momento di grande sdegno, dolore e orrore per un episodio di una violenza inaudita. Un fatto imprevedibile, un gesto irrazionale di una persona che ha deciso di togliere la vita a un’altra persona in pieno centro».

«Nessun razzismo verso la comunità nigeriana»

Un omicidio, secondo il primo cittadino, «estraneo alla natura di Civitanova Marche, sempre accogliente, aperta, ospitale, pacifica e dove coesistono tante etnie. Non mi sento di descrivere quanto accaduto come un episodio razziale – sottolinea – Esprimo la vicinanza mia e della città intera alla famiglia e alla comunità nigeriana».

L’indifferenza verso l’omicidio di Alika Ogorchukwu

Sul fatto che in molti avrebbero assistito alla scena filmando l’aggressione, ma senza intervenire, il primo cittadino osserva: «Cose di questo tipo non dovrebbero accadere, colpisce ma questo è il momento della vicinanza alla famiglia e della ferma condanna. Sono in corso le indagini e tutte le valutazioni verranno fatte in seguito».

In vista della campagna elettorale per le politiche il primo cittadino si augura che l’omicidio di Alika «non venga strumentalizzato e che non ci siano i riflettori puntati. Bisogna interrogarci a livello sociale – conclude Ciarapica -, c’è la necessità di lavorare a 360 gradi sulla società».

Un minuto di silenzio dei vescovi

Intanto, mentre i vescovi hanno annunciato il silenzio al posto nell’omelia nella Messa di domani, dai rappresentanti politici arrivano messaggi di sdegno per la brutale aggressione.

Sant’Egidio: «Attenzione alle discriminazioni verso chiunque»

La Comunità di Sant’Egidio, dal canto suo, sottolinea l’indifferenza in cui si è compiuto l’omicidio. «Un episodio accaduto alle 14.30 in una strada normalmente affollata di gente, nel pieno centro di Civitanova Marche – afferma – e c’è chi ha anche filmato ciò che accadeva, qualcuno ha urlato contro l’aggressore, nessuno è intervenuto. E finita in questo modo la vita di un nigeriano con regolare permesso di soggiorno, sposato, con un figlio di 8 anni che frequenta la scuola, che ogni giorno faceva 50 chilometri per andare nella città dove poteva ricevere qualcosa in cambio della povera merce che vendeva».

«C’è chi ha sottolineato che l’aggressore, in stato di fermo, pur residente nelle Marche, è originario del Sud Italia, precisazione che – ammonisce Sant’Egidio – non può essere fraintesa: qui non si tratta di dare la colpa alle origini di chiunque sia; si tratta di condannare con la massima fermezza un atto che è indice di disumanità. Invitiamo, più in generale, il mondo dell’informazione e chi interviene sui social, a promuovere un linguaggio sempre rispettoso e mai offensivo nei confronti di chiunque e di non incitare mai alla violenza. Ma ciò che è successo a Civitanova Marche è anche un monito per l’intero nostro paese: la pietà nei confronti dei più deboli, sulla quale – insieme ad altri valori positivi – si è costruita la nostra società italiana e si è strutturata la nostra cultura, insieme a quella dell’intera Europa, non può e non deve morire».

 

 

30 Luglio 2022
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