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6:19 pm, 21 Luglio 22 calendario
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Traffico di rifiuti, sgominata la banda di Nerviano

Di: Redazione Metronews
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Utilizzavano la cava di sabbia di Nerviano per interrare rifiuti provenienti dai cantieri di mezza Italia, da quelli autostradali della Genova-Est fino, alla centrale elettrica di Turbigo. In totale i Carabinieri hanno individuato oltre 1,5 milioni di tonnellate di materiali terrosi e da demolizione smaltiti illecitamente. Non solo: bruciavano anche migliaia di metri di cavi elettrici, per ricavare il rame da rivendere in nero, producendo diossina e inquinando l’ambiente circostante. Un’attività illecita sgominata oggi dai Carabinieri Forestali che hanno eseguito cinque misure cautelari (tre arresti domiciliari, un obbligo di dimora ed un obbligo di firma) e sequestrato beni per 16 milioni di euro. In totale, gli indagati sono 26. A carico di tre persone, tutti cittadini italiani residenti a Milano ed in provincia di Monza-Brianza, sono stati contestati i reati più gravi dell’associazione a delinquere finalizzata all’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti ed all’inquinamento ambientale.

Nella cava di Nerviano (MI), già sequestrata nel novembre del 2021, i rifiuti venivano intombati e riutilizzati illecitamente nel sito. Gli inquirenti hanno tracciato oltre 800.000 metri cubi, equivalenti a più un milione e mezzo di tonnellate, di rifiuti terrosi e da demolizione smaltiti illecitamente.

L’attività illecita era incentrata non solo sulla gestione delle terre, ma anche sul trattamento illegale di cavi elettrici. La banda ricavava infatti grossi quantitativi di rame attraverso la fusione delle guaine di copertura, metodo di trattamento del tutto illegale. Operazioni che avvenivano di notte, per evitare i controlli. Il rame illecitamente ricavato veniva, poi, venduto ad una società della provincia di Bergamo. È stato documentato l’illecito trattamento di più di 112 mila chilogrammi di cavi elettrici. Per questo motivo, oltre all’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, è stato anche contestato l’inquinamento ambientale. Le indagini hanno anche permesso di accertare i proventi dell’attività illecita, quantificati in più di 16 milioni di euro. I militari forestali hanno sequestrato quote delle tre società coinvolte, di beni immobili, beni mobili, conti correnti, denaro contante e valori.

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