Bakayoko: «Gli agenti hanno messo la mia vita in pericolo»
Dopo giorni di silenzio, il giocatore del Milan, Tiemoue’ Bakayoko, parla dell’episodio che lo ha visto protagonista con le forze dell’ordine. «Le autorità milanesi hanno comunicato che è stato un errore della polizia e che se ne sono accorti in quel momento», ha postato oggi Bakayoko la propria pagina Instagram, «Errare è umano, non ho problemi con quello. Perché non mi hanno chiesto i documenti, semplicemente comunicando?», ha aggiunto, «Perché non si sono limitati a fare un controllo degno di questo nome?».
Per il centrocampista del Milan, quando la pattuglia della polizia lo ha fermato e perquisito il 3 luglio scorso, dopo aver scambiato per un’altra persona, la sua vita è stata in pericolo: «Nel video che è stato postato sui social non si vede tutto», si legge in una delle stories, «Questa è la parte più tranquilla di quanto accaduto. Mi sono ritrovato con la pistola a un metro da me, sul finestrino lato passeggero. Hanno chiaramente messo le nostre vite in pericolo. È un errore, sapendo che non c’era certezza sui sospetti arrestati», afferma il francese.
Fontana e De Corato contro Bakayoko
A difesa degli agenti è intervenuto subito il presidente lombardo Attilio Fontana: «il protocollo è quello», ha detto, «Purtroppo è arrivata segnalazione di un suv di quel colore e con una persona che aveva le sue caratteristiche, quindi la polizia deve fermare». «Una volta accertato che non c’entra niente, grazie e arrivederci», ha aggiunto Fontana.
Più netto l’assessore regionale Riccardo De Corato: «Il calciatore, a distanza di 17 giorni dal fatto, dichiara che gli agenti hanno messo in pericolo lui e il passeggero. Venga? Puntandogli un’arma addosso. Peggio la pezza del buco!», ha dichiarato. De Corato ha poi aggiunto: «Ricordo ancora che la Questura ieri ha dichiarato che il controllo, “occorso operativo in un contesto che va l’adozione delle elevate misure di sicurezza, anche in funzione di autotutela, si è svolto con assolutamente conforme al tipo di allarme in atto”. Dunque: gli agenti hanno fatto il loro dovere». «Mi auguro che la vicenda si concluda qui, senza altre assurde polemiche o dichiarazioni», ha concluso De Corato.
Il Sap difende gli agenti
Infine, anche i sindacati di polizia si sono fatti sentire. «Siamo sorpresi dalle dichiarazioni di Bakayoko, nonostante che i fatti siano avvenuti il 3 luglio, ha deciso di farsi adesso, solo quando il fatto è diventato di dominio pubblico», ha commentato Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sap, «Sia chiaro, i colleghi sono intervenuti in una situazione di emergenza, dove il calciatore pare corrisponde esattamente alla descrizione della persona da ricercare. Certi che Bakayoko e chi si trovava sul suv con lui si sono potuti spaventare – prosegue Paoloni – ma questo non significa che le tecniche operative non siano state corrette e che la sicurezza delle persone fermate per il controllo sia stata mai messa a rischio in qualsiasi momento». Sicuramente il calciatore «è un grandissimo atleta e un esperto di calcio, ma le tecniche operative di Polizia non sono il suo mestiere e lasci ad altri le valutazioni di merito», conclude il Sap.
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