1:52 pm, 19 Luglio 22 calendario

Fisco, pignorati 9 milioni a Tiziano Ferro

Di: Redazione Metronews
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Convalidata l’esecuzione esattoriale intrapresa dall’Agenzia delle Entrate Riscossione ai danni di Tiziano Ferro per un debito di 9 milioni di euro. Lo ha deciso il Tribunale civile di Latina con una sentenza dello scorso 15 luglio, che ha rigettato la sospensione del pignoramento presso la Tzn Srl, la società riconducibile al cantante. Quest’ultimo avrebbe omesso di versare Irpef, Irap e Iva relative ai periodi d’imposta 2006, 2007 e 2008.

Il fisco e Tiziano Ferro

Tiziano Ferro, in una battaglia legale che dura da anni con l’Agenzia delle Entrate, si era da ultimo opposto al pignoramento con gli avvocati Gabriele Escalar, Andrea Curzio e Giulia Catone, ma per il tribunale, si legge nel dispositivo, «non si ravvisano i presupposti per la sospensione del pignoramento e della procedura esecutiva in corso» visto il rigetto nel corso della lunga battaglia legale di tutte le doglianze del debitore e la debenza dei crediti erariali richiesti dall’Agenzia delle Entrate per conto dell’Amministrazione finanziaria.

Per tale ragione il tribunale ha rigettato l’istanza di sospensione proposta dal debitore e lo ha condannato al pagamento delle spese di lite in favore dell’Agenzia delle Entrate, rappresentata dall’avvocato Samantha Luponio.

Si tratta solo della fase cautelare perché Ferro potrà introdurre il giudizio di merito per far valere le proprie ragioni. Per ora il tribunale, infatti, ha ritenuto che il motivo di opposizione, che verteva sulla nullità della notifica del pignoramento, non appare in grado di «giustificare la sospensione dell’esecuzione presso terzi, in considerazione del principio secondo il quale alla proposizione dell’opposizione consegue la sanatoria del dedotto vizio di notificazione».

Le Entrate: “Pignoramento legittimo”

«Il pignoramento di 9 milioni di euro nei confronti di Tiziano Ferro è legittimo», afferma, in un’intervista all’Agi l’avvocato Samantha Luponio, legale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. «Il tribunale, in questa prima fase del giudizio, era chiamato a valutare se l’azione esecutiva intrapresa dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, in assenza di adempimento bonario da parte del contribuente, fosse stata correttamente azionata secondo le norme processuali di riferimento e che deve essere improntata al rispetto di principi quali la correttezza, la trasparenza e la buona fede – spiega il legale –  Al contempo, è sempre da considerarsi legittima e meritevole di attenzione l’iniziativa del contribuente che voglia ottenere, sotto detto profilo, il vaglio di controllo della Autorità Giudiziaria». E, dice l’avvocato Luponio, è quello che «è stato valutato dal tribunale che, con la sentenza in commento – che ha definito la fase cautelare – ha rigettato la sospensione del pignoramento e della procedura esecutiva in corso, non ravvisandone i presupposti».

«Nella successiva fase, quella del giudizio di merito, che pure potrà introdurre Ferro, in ogni caso, non vi sarà la possibilità di reintrodurre contestazioni relative alla effettiva debenza della pretesa tributaria iscritta a ruolo, poichè il relativo iter processuale si è già concluso con la pronuncia della Suprema Corte di Cassazione – prosegue – all’esito dei tre gradi di giudizio legittimamente esperiti da Tiziano Ferro, il quale potrà unicamente contestare la legittimità del pignoramento e delle modalità coattive di riscossione, ovvero tutte quelle iniziative che l’Agenzia delle Entrate Riscossione può mettere in atto e che sono finalizzate al recupero coattivo del credito, al fine di non vedere vanificata l’effettiva esigibilità della pretesa, definitivamente accertata e iscritta a ruolo esattoriale», conclude.

19 Luglio 2022
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