crisi di governo
9:18 pm, 17 Luglio 22 calendario

M5S in confusione, assemblea slitta a domani. Tanti pronti a fiducia

Di: Redazione Metronews
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Il caos ormai regna sovrano nel M5S, alle prese con un ennesimo rinvio per l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari  presieduta da Giuseppe Conte.

La riunione, in video-call, iniziata ieri sera e ricominciata questa mattina alle 10.30 slitterà a domani, con orario da definire. I lavori sarebbero dovuti riprendere oggi pomeriggio alle 18, poi c’è stato uno spostamento alle 20. Alla fine, si è deciso per un aggiornamento a domani pomeriggio.

All’interno del M5S è ormai battaglia aperta  fra quanti vogliono continuare a sostenere l’esecutivo e quanti, invece, seguono la linea del presidente Conte, e vogliono andare allo strappo.

Il dissenso M5S contro la linea di Conte

L’unica speranza, dicono fonti della maggioranza, è che nel M5S intervenga un «fatto politico importante». Ovvero, che una parte dei M5S voti il sostegno a Draghi, in dissenso dal resto dei gruppi pentastellati. La quota minima, pallottoliere alla mano, sarebbe fra i 15 e i 20 parlamentari. Tanto basterebbe perchè il baricentro della maggioranza non si sbilanci troppo verso destra, dando un profilo politico al governo. Una condizione che, viene riferito, Draghi non potrebbe accettare. L’ipotesi che un gruppo di parlamentari voti in dissenso dal gruppo M5s è reale, ma sui numeri di questi disobbedienti non c’è al momento certezza. Alcune fonti M5S parlano di una trentina di parlamentari, per lo più deputati, pronti allo strappo. Più compatti attorno a Conte sono i senatori. Quale sia l’impatto di questo nuovo strappo non è facile immaginarlo: i disobbediento, con ogni probabilità, verrebbero espulsi o lascerebbero il movimento di propria iniziativa.

Clima teso e insulti nelle riunioni, possibile nuova scissione

Il clima è stato teso anche nel corso dell’assemblea congiunta M5S della mattina. La maggioranza dei parlamentari intervenuti si è schierata a favore della linea Conte, ma non sono mancati appelli a sostegno della fiducia al governo presieduto da Mario Draghi. Una crepa che rischia di allargarsi sempre di più e di produrre una nuova frattura interna al M5S dopo la scissione di Luigi Di Maio. Durante la riunione in video-conferenza iniziata alle 10.30  i toni si sono surriscaldati quando – apprende l’Adnkronos – la senatrice Giulia Lupo ha puntato il dito contro i “tiratori scelti” che a suo dire starebbero destabilizzando il M5S dall’interno: “Rispetto le idee di tutti, ognuno fa le sue scelte. Ma se lo specchio non può sputarvi, allora forse potrebbe iniziare a farlo qualcuno di noi…”, le parole al vetriolo della parlamentare contiana.

“Traditori…”

Secondo quanto viene riferito, più di qualcuno avrebbe apostrofato i governisti con un esplicito “un abbraccio ai traditori”. Tra i più bersagliati dalle critiche ci sarebbe Maria Soave Alemanno (membro del direttivo grillino alla Camera e delegata d’Aula) che non a caso ieri è stata una delle prime a manifestare la sua intenzione di continuare ad appoggiare il governo Draghi. Nel mirino di alcuni contiani anche il capogruppo Davide Crippa: “In Consiglio nazionale devi rappresentare il pensiero della maggioranza e non portare la tua opinione personale”, l’accusa indirizzata al presidente dei deputati, contrario all’ipotesi di innescare una crisi di governo. “E’ un clima da caccia alle streghe”, si sfoga con l’Adnkronos un parlamentare, “è impossibile esprimere un’opinione in dissenso senza essere tacciati di essere dei pupazzi di Di Maio”.

Ipotesi elezioni il 25 settembre

A scandagliare fonti di governo, sembra che ormai lo scenario elezioni sia il più accreditato, tanto che c’è chi parla di due date su cui si ragiona per il possibile appuntamento con le urne: il 25 settembre e il 2 ottobre. L’impressione di chi, dalle prime linee del governo, sta seguendo l’evoluzione della crisi è che Giuseppe Conte abbia già deciso di non sostenere il governo. E Mario Draghi, è il ragionamento, non avrebbe la possibilità di continuare con quella maggioranza che lo ha sostenuto fin qui, condizione posta come irrinunciabile dal premier per proseguire il cammino.

17 Luglio 2022
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