m5s nella tempesta
2:29 pm, 11 Luglio 22 calendario

M5S, Borrè: “No a fiducia al Senato? Espulsione o risarcimento danni”

Di: Redazione Metronews
condividi

Non votare la fiducia al decreto aiuti al Senato, ipotesi non esclusa dallo stesso capodelegazione M5S al governo Stefano Patuanelli, potrebbe avere persino contraccolpi legali per il Movimento.

“Chi non vota fiducia rischia espulsione dal M5S”

Lo dice Lorenzo Borré, il legale che da anni ormai dà filo da torcere ai M5S, rimarcando come molti parlamentari pentastellati -il primo è stato Gregorio De Falco- siano stati espulsi dal partito per violazione della clausola del codice etico che impone il voto di fiducia a governi il cui premier sia espressione del Movimento. Non votare la fiducia, per l’avvocato, si tradurrebbe in una violazione delle regole M5S di fatto perseguibile.

“Smentire la propria giurisprudenza interna sarebbe un harakiri – sintetizza Borré – perché rimetterebbe in discussione la legittimità dei provvedimenti disciplinari precedenti. E le richieste di risarcimento danni, a quel punto, non sarebbero affatto peregrine a mio avviso”.

Per Borré, se il M5S non partecipasse al voto di fiducia, “il Collegio dei probiviri dovrebbe espellere -per coerenza e rispetto delle regole interne- tutti coloro che non parteciperanno al voto, venendo meno il gruppo parlamentare del M5S al Senato. Un capolavoro. Se fossi in Draghi direi: Go ahead, make my day“, conclude Borré citando la celebre frase pronunciata da Clint Eastwood nella pellicola Sudden Impact, ovvero “Avanti, fammi la giornata”.

La linea barricadera del M5S

Il M5S non parteciperà al voto finale sul decreto Aiuti. E’ questo l’orintamento, anche se ancora manca l’ufficializzazione. La votazione è prevista nell’Aula di Montecitorio alle 14. Dopo aver votato giovedì scorso la fiducia, permangono le ciriticità pentastellate per la norma sull’inceneritore di Roma, la stretta sul reddito di cittadinanza (voluta da Lega e Forza Italia e inserita con l’ok in commissione a due emendamenti) e la responsabilità solidale sul superbonus, che i 5 stelle mirano ad eliminare (l’ipotesi è un intervento nel primo provvedimento utile, come il dl semplificazioni fiscali, anche se la misura costerebbe circa 3 miliardi e finora Mef e palazzo Chigi hanno frenato).

Il focus si sposterà poi a Palazzo Madama dove approderà il provvedimento: in Senato non sono previste votazioni disgiunte rispetto alla questione di fiducia. Resta da capire se i pentastellati si asterranno o se lasceranno l’emiciclo.

11 Luglio 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo