tragedia sulla marmolada
4:09 pm, 7 Luglio 22 calendario

Recuperato il corpo della decima vittima sulla Marmolada

Di: Redazione Metronews
recuperato corpo
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È stato recuperato il corpo della decima vittima travolta dal crollo di un seracco del ghiacciaio della Marmolada. I resti sono stati individuati grazie ad un’operazione via terra che è iniziata all’alba di oggi: alle 6 l’elicottero ha portato in quota gli operatori per ispezionare la parte più bassa del distaccamento. Le operazioni si sono svolte «in sicurezza grazie a sistemi di controllo e valutazione della temperatura». Alle ricerche hanno partecipato 14 operatori con due cani della Guardia di Finanza. Intanto è salito a sei il numero delle vittime identificate. Oggi infatti i familiari di due cittadini della Repubblica Ceca, arrivati a Canazei, hanno riconoscono i propri congiunti.

Recuperato un altro corpo

Quanto ai feriti per Davide Carnielli, il giovane trentino ricoverato a Treviso, «i sanitari stanno facendo l’impossibile». Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, parlando coi giornalisti a Canazei. «Ci sono due team che stanno curando gli aspetti cardiologici e neurochirurgici. Ha un trauma cranico importante, i sanitari stanno facendo l’impossibile». I due pazienti tedeschi ricoverati in Veneto invece «vanno verso un miglioramento e fanno ben sperare». Zaia ha annunciato anche che è in fase di definizione un provvedimento di chiusura della Marmolada: «Stiamo elaborando un provvedimento assieme di chiusura e salvaguardia di tutta quell’area teatro della tragedia e auspichiamo che, a livello nazionale, si attivi un tavolo per un’eventuale riflessione sulle regole che dovranno essere pensate dai tecnici anche se il rischio zero non esisterà mai».

Ghiacciaio guardato “a vista”

La Marmolada sarà guardata “a vista” sino all’autunno. «D’intesa con la Protezione Civile si è deciso di monitorarne i movimenti fino alla fine settembre», ha spiegato Nicola Casagli, il geologo che con il suo gruppo di lavoro ha installato nei giorni scorsi gli strumenti per controllare il comportamento del ghiacciaio dopo il crollo. Secondo un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova, dell’Università di Parma e dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale che da oltre 20 anni studiano il ghiacciaio della Marmolada il crollo del 3 luglio ha interessato un lembo residuale del ghiacciaio centrale ed è stato determinato da diversi fattori: la forte inclinazione del pendio roccioso; l’apertura di un grande crepaccio che ha separato il corpo glaciale in due unità; la presenza di discontinuità al fondo e sui lati; l’aumento anomalo delle temperature che hanno influito sullo stato del ghiaccio; l’aumento della fusione con conseguente incremento della circolazione d’acqua all’interno del ghiaccio; la fusione progressiva della fronte glaciale che ha fatto mancare sostegno alla massa sospesa. «Prima del crollo non si erano osservati dei segnali evidenti di un collasso imminente – hanno spiegato i ricercatori – salvo rarissimi casi, nei ghiacciai, a differenza delle frane, non vi sono sistemi di allerta che misurano movimenti e deformazioni in tempo reale. I crepacci, che hanno avuto un ruolo fondamentale nel distacco, erano visibili già da diversi anni e di per sè fanno parte della normale dinamica glaciale. Il distacco di seracchi è un fenomeno frequente nei ghiacciai e fa parte della normale dinamica glaciale, più raro il caso di collassi in blocco come quello che si è verificato».

7 Luglio 2022
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