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5:15 pm, 7 Luglio 22 calendario

A giugno import gas dalla Russia crollato del 67,2%

Di: Redazione Metronews
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A giugno l’import del gas dalla Russia è crollato del 67,2%. È quanto risulta dalle elaborazioni della Staffetta sui dati di Snam Rete Gas. Analizzando l’import per punto d’ingresso, la flessione di giugno riguarda la sola Russia, coi flussi a Tarvisio crollati del 67,2% a soli 695 mln mc (-70,5% sulla media decennale) in seguito alla riduzione dei flussi sul gasdotto Nord Stream. La differenza, di oltre 1,4 mld mc in meno, è stata bilanciata da un incremento di tutte le altre fonti: +19,5% l’Algeria a 1.947 mln mc, +40% l’Azerbaigian a 908,4 mln mc, +889,3% il Nord Europa a 423 mln mc, +5,2% la Libia a 198 mln mc. Per quanto riguarda gli stoccaggi, a fine giugno secondo i dati Gie, risultavano pieni al 59%, contro il 61% circa dello stesso giorno del 2021, il 79% nel 2020 e il 71% nel 2019. La situazione è analoga a livello Ue. Intanto il prezzo del gas continua la sua corsa in Europa. All’hub olandese di riferimento Ttf i future sul gas a inizio contrattazioni sono scambiati a 156 euro per megawattora, in rialzo del 5,26%, quando i costi hanno toccato i 180 euro/Mwh.

Import gas russo a picco

Prometeia rivede al rialzo stima di crescita per il 2022, ma al ribasso quella per il 2023. «Nel Rapporto di marzo – si legge nello studio – prevedevamo per il 2022 una crescita dell’economia italiana del 2,2%, ora indichiamo +2,9%. Sia nel 2022 sia nel 2023 il nostro Paese dovrebbe crescere più dell’Eurozona. Rivedere verso l’alto le previsioni mentre nel cuore dell’Europa continua a infuriare una guerra e l’inflazione è arrivata a livelli record, può sorprendere». Ma, si spiega, «l’andamento superiore alle attese dell’attività nella prima parte dell’anno e l’aspettativa che i prezzi dell’energia possano aver toccato i massimi inducono Prometeia a rialzare le stime per il 2022. Le cose vanno dunque meglio di quanto immaginassimo? Non esattamente. Gli effetti del carovita sulle famiglie e degli aumenti delle tariffe energetiche sulle imprese si faranno sentire nella seconda metà dell’anno e in particolare nel 2023 (anno per il quale la stima del Pil era del 2,5%, ora è all’1,9%)». 

Bce: prezzi energia +39,2%

L’inflazione è «ulteriormente salita all’8,1% a maggio. Sebbene i governi siano intervenuti e abbiano contribuito a rallentare l’inflazione energetica, i prezzi dell’energia si sono attestati del 39,2% al di sopra dei livelli del 2021. Gli indicatori basati sul mercato hanno suggerito che i prezzi globali dell’energia rimarrebbero elevati nel breve termine, per poi moderarsi in una certa misura». È quanto si legge nei verbali della riunione dell’8 e 9 giugno della Bce. La Banca Centrale Europea ha discusso anche su una possibile accelerazione per lo “scudo anti-spread” ed ha messo in guardia: se le prospettive di inflazione non miglioreranno a settembre procederà ad un aumento dei tassi superiore a 25 punti base. È quanto si legge nelle minute della Bce. 

7 Luglio 2022
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