traffico illegale
10:37 am, 3 Luglio 22 calendario

Dalle scimmiette agli scoiattoli, cresce il traffico illegale

Di: Redazione Metronews
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Scimmie, rettili, scoiattoli, pesci e uccelli sono al centro di un crescente traffico illegale di animali, in aumento ogni anno tra il 5 e il 7% nel mondo, il quarto più redditizio dopo quello di stupefacenti, oggetti contraffatti ed esseri umani. I dati sono gli ultimi diffusi da Interpol e, secondo Ismael Alexandre Costa, capo tecnico del Servizio di polizia giudiziaria dell’Ufficio francese della Biodiversità – una rete di 200 controllori – il fenomeno è destinato a crescere a causa dei social che facilitano i contatti tra compratori e venditori.

«Si tratta essenzialmente di un problema di educazione delle popolazioni. Le persone che interroghiamo non si vedono come trafficanti e hanno un approccio alla natura totalmente sbagliato» ha dichiarato Costa al National Geographic. In Francia e in altri Paesi di destinazione e origine del traffico di animali, quanti sono coinvolti considerano che «estrarne uno dalla natura per metterlo in gabbia, trattandolo bene, significa al contrario proteggere la natura» ha riferito la stessa fonte.

Le specie esotiche ricercate

Tra le specie esotiche più in voga, ci sono i felini e i piccoli primatiuistitì in primis – ma anche rettili e pappagalli, alle quali si aggiungono, da un anno a questa parte, gli scoiattoli del Giappone. Questa ultima specie è a rischio di estinzione e sta minacciando quelli rossi comuni. Alcuni animali invece hanno un valore aggiunto se sono morti piuttosto che vivi: è ancora il caso degli elefanti, di cui si sfruttano avorio, pelle e peli, intrecciati e inseriti nei gioielli. Per non parlare di prodotti farmaceutici o parafarmaceutici a base di bile di orso o di carne di asino, fabbricati in Asia e importati in Europa.

Ma le specie esotiche non sono le uniche a fare gola: i passeri, in particolare il cardellino, sono molto ricercati e vengono catturati per essere allevati. Può capitare che vengano realizzati incroci con altre specie, tra cui il canarino, per cambiare il colore delle piume e la potenza del loro canto. Le nuove specie create vengono utilizzate ad esempio in concorsi di canto illegali in Belgio e Olanda.

Anguilla

Uno dei traffici più significativi in partenza dai Paesi europei è quello dell’anguilla cieca, catturata sulle coste atlantiche, come in Portogallo, per essere esportata in Asia, ingrediente principale di un piatto molto popolare. In passato in Francia sono stati smantellati traffici di giovani anguille, gli avannotti, i piccoli di questa specie che hanno appena superato lo stadio di larva (le cieche) e servono per ripopolare gli allevamenti. Le anguille non si riproducono in cattività, ma nel Mare dei Sargassi. Durante l’inverno 2020-2021 sono state eseguite oltre 180 operazioni di polizia per stroncare questo traffico nell’Hexagone.

Inoltre il Servizio di polizia giudiziaria dell’Ufficio francese della Biodiversità ha fatto notare che i trafficanti di animali selvatici non sono ancora percepiti come individui che mettono la società in pericolo, pertanto non vengono puniti con pene detentive severe e in alcuni casi possono ottenere guadagni superiori rispetto al narcotraffico e senza correre grandi rischi. Gli ambientalisti hanno invece lanciato l’allarme sul futuro di alcune di queste specie, già in forte calo come conseguenza dei cambiamenti climatici e della distruzione del loro habitat: la loro sorte è ulteriormente minacciata dai traffici.


Se in diversi Paesi europei il traffico di animali è soprattutto da ricollegare a privati e a piccoli delinquenti, spesso senza precedenti penali, a livello internazionale l’avorio, ad esempio, alimenta alcune reti criminali anche terroristiche, come in Mali. Una delle soluzioni avanzate dagli esperti del settore è il moltiplicarsi dei sistemi di tracciabilità degli animali – quando si tratta di allevamenti – con carte di identità genetiche piuttosto che i classici microchip che possono essere disattivati e sostituiti da altri falsi. Un altro problema riscontrato in Europa e su scala mondiale è l’insufficiente capacità dei Paesi di accogliere e prendersi cura degli animali sequestrati ai trafficanti, col rischio di essere costretti a sottoporli all’eutanasia in assenza di alternativa.

3 Luglio 2022
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