strage viareggio
5:44 pm, 30 Giugno 22 calendario

Strage Viareggio, Moretti condannato a 5 anni nell’appello bis

Di: Redazione Metronews
Moretti condannato
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L’ex ad di FS e Rfi Mauro Moretti è stato condannato a 5 anni nel processo di appello bis per la strage ferroviaria di Viareggio che il 29 giugno del 2009 provocò la morte di 32 persone. Moretti al momento della lettura della sentenza non era presente in aula, al contrario di questa mattina quando ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Nel primo appello Moretti era stato condannato a 7 anni, in questo nuovo processo disposto dalla Cassazione la procura generale aveva chiesto 6 anni e 9 mesi. Quanto a Michele Mario Elia, ex ad di Rete ferroviaria italiana, è stato condannato a quattro anni due mesi e 20 giorni. Anche Elia al momento della lettura della sentenza non era in aula. Per lui l’accusa aveva chiesto 5 anni e 9 mesi. Condannato a 4 anni Mario Castaldo, direttore divisione Cargo Trenitalia; mentre l’ex ad di Trenitalia, Vincenzo Soprano, è stato condannato a quattro anni due mesi e 20 giorni.

Moretti condannato a 5 anni

La Corte è tornata a decidere sul caso dopo che la Cassazione, nel gennaio del 2021, aveva dichiarato prescritti gli omicidi colposi a seguito dell’esclusione dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro e aveva ordinato un nuovo processo d’appello bis per rideterminare le pene. «Tutte le commissioni istituzionali terze al Gruppo Fs e tra esse la commissione di indagine della Dgif, hanno riconosciuto che l’infrastruttura della stazione di Viareggio era priva di ogni difetto; il personale di stazione di Rfi, i macchinisti e i verificatori di Trenitalia si erano comportati correttamente durante il tragico incidente, erano tutti dotati di abilitazione professionale certificata valida e stavano svolgendo turni di lavoro ordinario. Dunque tutto era a posto, tutto era in ordine», aveva detto Mauro Moretti durante l’udienza nell’ambito delle dichiarazioni spontanee. Moretti aveva inoltre sottolineato come «la sicurezza ferroviaria» è stata per me una «assoluta priorità».

La dinamica della strage

Era il 29 giugno 2009 quando il cuore di Viareggio si trasforma in pochi istanti in un inferno di fuoco e ambulanze. Alle 23,48 un treno merci partito da Trecate, in Piemonte, e diretto a Gricignano, in Campania, deraglia poco dopo aver superato la stazione ferroviaria della cittadina toscana. Una delle cisterne che trasportano Gpl si rovescia su un fianco e si squarcia sbattendo a forte velocità contro un ostacolo (un picchetto secondo quanto sostenuto dall’accusa, una “zampa di lepre” stando alla ricostruzione della difesa) e da un grosso foro comincia a fuoriuscire il gas che avvolge i binari e le abitazioni affacciate sulla linea ferroviaria. Pochi minuti più tardi, forse innescata dal motore di uno scooter che percorre la strada parallela ai binari, nell’aria satura di Gpl un’esplosione d’improvviso sprigiona una tempesta di fiamme che investe in una frazione di secondo tutto quanto si trova nel raggio di centinaia di metri. Case, negozi, uffici, automobili vengono inghiotti e distrutti dalla nuvola fuoco. La zona più gravemente colpita è quella di via Ponchielli, quasi completamente rasa al suolo. Pesantissimo il bilancio delle vittime, molte delle quali decedute nei giorni successivi a causa delle destanti ustioni riportate. Alla fine si conteranno 32 morti, l’ultimo dei quali è una giovane donna ecuadoriana, deceduta alla vigilia di Natale di quell’anno, dopo quasi sei mesi di agonia. A 13 anni di distanza, ancora non c’è stata la parola fine, dal punto di vista giudiziario.

30 Giugno 2022
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