salari
1:29 pm, 20 Giugno 22 calendario

Stipendi, quelli in Italia sono tra i più bassi d’Europa

Di: Redazione Metronews
condividi

Stipendi, in Italia tra i più bassi d’Europa. Gli stipendi italiani perdono 2 posizioni nelle classifiche internazionali posizionandosi al 25esimo posto su 36 del gruppo Ocse e all’11esimo su 17 dell’Eurozona. Lo rivela l’Osservatorio JobPricing, secondo cui anche in termini di crescita, i salari italiani si dimostrano il fanalino di coda: negli ultimi trent’anni hanno perso il 2,9%, unici del gruppo a non essere aumentati.

Stipendi, in Italia tra i più bassi d’Europa

Secondo lo studio, sono stagnanti le retribuzioni annue mentre l’inflazione cresce, con la conseguenza che gli italiani perdono potere di acquisto. La Retribuzione Annua Lorda (Ral) 2021 si attesta a 29.301 euro, mentre la Retribuzione Globale Annua (Rga) a 29.840 euro. Rispetto al 2020 la variazione RGA è dello -0,2%, quella RAL dello 0,3%. In entrambi i casi, la variazione dell’ultimo anno è stata peggiore della variazione media annua del periodo 2015-2021. La crescita di lungo periodo (2015-2021) mostra un sostanziale immobilismo salariale; tuttavia, in questo lasso di tempo, le Ral sono cresciute maggiormente (2,1%) rispetto alle Rga (0,8%). Date le tendenze sulla crescita dei prezzi, il potere d’acquisto dei lavoratori è eroso dall’inflazione: i prezzi sono cresciuti del 1,9% nell’ultimo anno e del 4,7% tra il 2015 e il 2021.

Il JP Salary Outlook mostra inoltre che i salari globali medi degli operai (24.996 euro) sono gli unici a crescere, seppure solo dello 0,6%. Dirigenti (112.906 euro), quadri (56.981 euro) e impiegati (31.329 euro) registrano, tutti retribuzioni globali in diminuzione: rispettivamente -2,3%; -1,8%; -0,9%. Nonostante i dirigenti guadagnino in media 134 mila euro di Rga e un Ceo possa arrivare a guadagnare fino a 208 mila euro – fa notare lo studio – in Italia il grosso delle retribuzioni si attesta sotto la soglia dei 35 mila euro, esponendo il 90% dei lavoratori a continue perdite di potere di acquisto dovute all’inflazione. Il divario salariale molto ampio tra un Ceo e un operaio (multiplo retributivo) può arrivare a un massimo di 9,7, ossia un operaio arriva a guadagnare quasi dieci volte in meno di un amministratore delegato.

Al  Sud si guadagna quasi il 10% in meno

A livello regionale, tra Nord e Sud e Isole vi è un differenziale di circa 3.800 euro sulla Ral e di circa 4.500 euro sulla Rga. Tra Nord e Centro il differenziale non arriva a 1.000 euro di Ral e 1.300 euro di Rga. Al Nord si guadagna il 3,3% in più rispetto alla Ral media nazionale, al centro lo 0,2% in più e al Sud e nelle isole il 9,7% in meno. La classifica si inverte se si guarda le tendenze degli ultimi 5 anni dove le retribuzioni sono aumentate del 4,2% per sud e isole, del 3,3% per il centro e solo dell’1,1% per il nord.
Sul podio della classifica regionale la Lombardia (Ral 31.553 euro), seguita da Trentino-Alto Adige (31.001 euro) e Liguria (30,223 euro). Agli ultimi posti Puglia (26,075 euro) Calabria (25,438 euro) Basilicata (24,956 euro).

Nel 2021 bene il Piemonte, l’Umbria e la Basilicata

Per quanto la particolare situazione del 2021 induca ad una grande cautela nel valutare le tendenze delle retribuzioni regionali e le variazioni dei singoli territori siano comunque contenute, spiccano – fa notare l’Osservatorio – i tassi positivi del Piemonte (+1,4 %), dell’Umbria (+1,5 %) e della Basilicata (+2,2 %) quelli negativi della Liguria (-1,4 %), del Friuli-Venezia Giulia (-1,1 %), della Campania (-1,1 %). In generale, quasi tutte le regioni hanno registrato una variazione annua peggiore della variazione media annua del periodo 2015-2021. Infine, lo studio mostra che nel 2021 il gender pay gap aumenta dell’8,6%, passando da 12,8 a 13,9%. E’ come se, nel 2021, le donne avessero lavorato gratis dal 1 gennaio al 13 febbraio, ovvero una settimana in più rispetto al 2020 (1 gennaio – 7 febbraio).

20 Giugno 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA