Cinema
5:00 am, 15 Giugno 22 calendario

Faenza porta al cinema la storia di Mario Capecchi

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Da vagabondo a Nobel per la medicina. L’incredibile storia di Mario Capecchi sbarca al cinema dal 16 giugno con Hill of Vision diretto da Roberto Faenza. Il film, co-sceneggiato insieme a David Gleeson, ripercorre la storia di quest’uomo, che, come sottolinea il regista, «è una lezione di vita emblematica».

La storia di Mario Capecchi

Seconda guerra mondiale. Mario (Lorenzo Ciamei da piccolo e poi Jake Donald-Crookes) ha 4 anni quando sua madre Lucy (Laura Haddock), americana, viene arrestata dai nazifascisti e deportata in un campo di concentramento. Lui trascorre l’infanzia per strada vivendo di espedienti. Finita la guerra, Mario e la madre miracolosamente si ritrovano e cominciano una nuova vita in America presso la comunità Quacchera Hill of Vision. Il ragazzo ha difficoltà a inserirsi a scuola e nel nuovo contesto, ma gli zii lo aiuteranno.

L’arrivo di Capecchi in America

«Quando arrivò in America Mario era completamente analfabeta e non conosceva una parola di inglese. Ebbe la fortuna di incontrare i suoi zii quaccheri: loro capirono che quel bambino aveva un motore dentro di sé e gli diedero un’iniezione di fiducia», dice Faenza, che ha deciso di raccontare solo il periodo che va dai 4 agli 11 anni. «Lui stesso mi disse che era l’unico periodo che meritava di essere raccontato – prosegue -. Per me era importante parlare di quel che lui era stato da bambino e di come era riuscito a farcela. È una storia di speranza per i ragazzi di oggi, che spesso sono soli, e spero che circoli nelle scuole».

Aspettando che lo vedano tanti giovani, il diretto interessato, ovvero Mario Capecchi, l’ha visto: «Ha pianto tutto il tempo – prosegue Faenza -. Mi ha detto che era la prima volta che qualcuno gli restituiva qualcosa. Lo ha molto commosso vedere il suo rapporto con la madre. È stata per tutta la vita la sua croce e ha ancora un cassetto con dentro tante sue lettere mai aperte. Il suo ricordo più brutto è quello del padre, mentre il più bello è stato quando ha ritrovato la madre che l’aveva data per dispersa».

Ed Elda Ferri, moglie di Faenza e produttrice del film, aggiunge: «Fare questo film è stata una lunga impresa. L’idea è nata casualmente perché in un ambulatorio lessi che Mario Capecchi aveva regalato al museo di Kyoto il suo cappello. Per lui era una specie di coperta di Linus perché glielo aveva donato sua madre dopo essere stata nel campo di concentramento. Questa storia mi incuriosì molto».

Per Hill of Vision l’America è a Bolzano

Il film, girato su un altopiano vicino Bolzano dove è stata ricostruita un’America davvero credibile grazie anche all’aiuto della Film Commission dell’Alto Adige, vanta un cast internazionale con Laura Haddock, Edward Holcroft, Elisa Lasowski, Rosa Diletta Rossi e la partecipazione di Francesco Montanari. Un cast composto anche da tanti bambini (oltre al piccolo Mario). «A differenza di De Sica penso che la cosa più semplice sia lavorare con i ragazzi – precisa il regista -. Basta ovviamente trovare quelli giusti. Gli adulti chiedono, i bambini eseguono. Certo ci sono anche quelli che fanno le bizze: per esempio un bambino non voleva mettersi i vestiti dei vagabondi e alla fine ho dovuto scartarlo».

Il Nobel per la Medicina a Mario Capecchi

Mario Capecchi nel 2007 è stato insignito del Premio Nobel per la Medicina insieme ai colleghi Martin Evans e Oliver Smithies. Oggi, Distinguished Professor presso la School of Medicine dell’Università dello Utah, vive a Salt Lake City, ai piedi di una montagna che gli ricorda quella vicino a Bolzano dove ha vissuto da bambino. Le sue ricerche sulla genetica molecolare si sono rivelate di fondamentale importanza nella lotta contro gravissime malattie, in primo luogo il cancro, e sono attualmente rivolte allo studio delle componenti genetiche dell’ansia.

 

15 Giugno 2022 ( modificato il 14 Giugno 2022 | 17:00 )
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