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4:54 pm, 8 Giugno 22 calendario

Il grano resta bloccato, flop incontro Turchia-Russia

Di: Redazione Metronews
grano bloccato
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Il grano resta bloccato. Ancora non c’è il via libera al corridoio che dovrebbe far muovere le decine di tonnellate di cereali paralizzate nei porti ucraini a causa guerra. È questo il primo dato di fatto che emerge a margine dell’attesissimo viaggio ad Ankara del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, il cui incontro con il collega turco Mevlut Cavusoglu è stato positivo, ma non ha prodotto il tanto atteso annuncio. Dalla conferenza stampa a margine dell’incontro emerge che Turchia e Russia hanno raggiunto un accordo di massima che prevede per la flotta di Ankara compiti di sminamento e scorta delle navi cariche di grano attraverso il Mar Nero. Allo stesso tempo le due parti sono d’accordo sul coinvolgimento delle Nazioni Unite e sulla costituzione di un centro di controllo e coordinamento che tracci la rotta delle navi in uscita attraverso gli stretti di Bosforo e Dardanelli in territorio turco.

Grano bloccato per fiducia minata

In pratica un’intesa tra Ankara e Mosca c’è, manca però il fondamentale assenso dell’Ucraina, restia a sminare i propri porti, Odessa soprattutto, nel timore di attacchi russi ai propri fianchi scoperti. Lavrov ha offerto garanzie in questo senso e invitato Kiev a procedere alla bonifica delle acque, ma è chiaro che manca la fiducia. Fiducia che è il punto su cui dovrà lavorare Cavusoglu. L’architetto della diplomazia turca, sempre più insostituibile per il presidente Recep Tayyip Erdogan, ha proposto un vertice a Istanbul cui prendano parte anche ucraini e Onu per sbloccare definitivamente la situazione. Cavusoglu ha ammesso che il negoziato imbastito dalla Turchia per raggiungere un cessate il fuoco tra i due Paesi si è arenato, ma ha ribadito che la Turchia continuerà sulla strada «dell’equilibrio e della diplomazia» e ha dichiarato di «vedere le condizioni per un negoziato».

Diniego anche per la Siria

Niente di concreto anche sull’altro fronte caldo: la Siria. Erdogan ha rilanciato nelle ultime settimane il piano per una nuova operazione militare turca nel nord della Siria contro i curdi separatisti dello Ypg. Attacco impensabile senza un accordo con Mosca che ha nell’area truppe, basi militari e sostiene il regime di Damasco inviso ad Ankara. La Turchia solleva preoccupazioni relative la sicurezza delle proprie frontiere, la Russia non vuole perdere terreno nel nord del Paese. Entrambi preferirebbero il presidente Bashar el Assad ai curdi Ypg. Sebbene Lavrov non si sia espresso in maniera netta sull’argomento è evidente che a Mosca l’idea di un’operazione militare turca non piace. Lavrov insiste nel rilanciare l’accordo di Adana con cui nel 1998 Turchia e Siria raggiunsero un accordo sul contrasto al Pkk. I militari turchi possono penetrare per 10 km di profondità in territorio siriano, ma non possono rimanervi stabilmente. Erdogan però pretende una «zona di sicurezza» profonda 30 km, «ripulita da terroristi separatisti».

8 Giugno 2022
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