Italia-Ungheria: Mancini mette in guardia gli azzurri

Italia-Ungheria: Mancini mette in guardia gli azzurri. L’Italia resta in Emilia-Romagna per il secondo impegno di Nations League (domani 20.45 diretta Rai Uno). Dopo il pareggio di sabato scorso al Dall’Ara contro la Germania, al Manuzzi di Cesena arriva l’Ungheria allenata dall’italiano Marco Rossi. Squadra che nella giornata inaugurale della competizione ha addirittura battuto l’Inghilterra, prossima avversaria dell’Italia sabato a Wolverhampton. Una possibile buccia di banana per il ct Mancini.

Italia Ungheria: per Mancini sarà dura

Nonostante il risultato a sorpresa di Budapest, gli Azzurri restano comunque ampiamente avanti nelle quote Snai: il primo successo in questa Nations League si gioca a 1,40, con il pareggio a 4,50 e il blitz ungherese a 8,25. Insomma, i bookies ci vedono favoriti, ma la realtà del campo suona invece le sirene d’allarme. L’italianissimo ct degli Ungheresi, del resto, dice «in campo non avremo paura»: ed è vero. I magiari, da potenziali vittime sacrificali del girone, si sono trasformate in pericolo pubblico numero uno (come può testimoniare l’Inghilterra). Una trappola per un’Italia-cantiere aperto ed in aperta ricostruzione. Gli azzurri giocheranno con Donnarumma («miglior portiere d’Europa» secondo Mancio, che punta a recuperarlo psicologicamente dopo gli ultimi mesi non al top, per usare un eufemismo); Florenzi, Acerbi, Bastoni, Dimarco; Frattesi, Cristante, Tonali; Gnonto, Scamacca, Pellegrini.

Occhi puntati, naturalmente, sul baby fenomeno Gnonto («a cui non va messa pressione» ha ripetuto anche ieri il ct Mancini, che vuole proteggerlo) l’ex illustre sconosciuto su cui oggi sono invece pesantemente poggiate le aspettative di tutti. Il ct azzurro comunque non si fida affatto della combriccola magiara: «L’Ungheria è una squadra difficile da affrontare, molto fisica, compatta, che si difende bene, non ci lascerà molti spazi. Non sarà così semplice per noi». Il che è senza dubbio vero, Come è vero però che una Italia che ha toccato il fondo non può (o non potrebbe) fare altro che risalire.