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2:15 am, 2 Giugno 22 calendario

Orban blocca di nuovo le sanzioni. Ue pronta a isolarlo

Di: Redazione Metronews
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L’Ungheria di Viktor Orban è tornata a bloccare il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia che prevede l’embargo al petrolio importato via mare.

Ma questa volta il continuo rilancio tendente a mettere di nuovo i bastoni fra le ruote della Ue sembra la classica goccia che fa traboccare il vaso, aprendo a un possibile isolamento totale di Orban stesso. Isolamento che sarebbe l’inizio della fine del diritto di veto nella Ue.

Ue, pazienza finita

Per ora  sono in corso contatti a livello di capitali con il Governo ungherese. Ma gli ambasciatori Ue a Bruxelles (Coreper) si riuniranno nuovamente oggi alle 15 per cercare di approvare il sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia. La riunione, convocata dalla presidenza francese, si svolgerà eccezionalmente a Lussemburgo dove si trovano i 27 rappresentanti permanenti.

Il Coreper si era già riunito ieri, ma l’incontro si era concluso senza l’accordo proprio per l’opposizione dell’Ungheria che contestava l’inserimento del patriarca russo ortodosso Kirill nella lista dei sanzionati Ue. Al momento è difficile fare previsioni, ma di certo molte fonti diplomatiche segnalano la profonda irritazione che ormai alberga all’interno della Ue per le posizioni di Orban. Il portavoce del governo polacco Piotr Mueller ha espresso preoccupazione per la posizione dell’Ungheria sul sesto pacchetto di sanzioni dell’Ue contro la Russia. “Chiediamo inequivocabilmente all’Ungheria di non bloccare più questo processo. Le decisioni del Consiglio europeo sono state inequivocabili e la Polonia e altri paesi dell’Ue vogliono adottare questo pacchetto di sanzioni il prima possibile”, ha detto Mueller.

“L’Ungheria ovviamente rispetterà la decisione comune dell’Ue” sulle sanzioni al patriarca di Mosca Kirill”, ha in seguito annunciato il premier ungherese, Viktor Orban, secondo quanto riportato sul suo portavoce, Zoltan Kovacs, facendo parziale marcia indietro. Orban ha tuttavia precisato che la posizione di Budapest sul patriarca “era nota da tempo” e nessuno al vertice di Bruxelles si era opposto.

Kirill

Orban difende Kirill, il patriarca che sostiene Putin

Dopo aver paralizzato le misure per quasi un mese pretendendo (e ottenendo) una deroga per il greggio che arriva via oleodotto (che serve Budapest), l’ambasciatore che a Bruxelles parla a nome del premier Orban si è presentato con una nuova richiesta: il patriarca della Chiesa ortodossa russa, Kirill, grande sostenitore di Putin e dell’aggressione all’Ucraina, deve restare fuori dalla blacklist dell’Unione europea. La riunione odierna doveva essere l’ultimo passaggio formale per mettere nero su bianco l’accordo politico raggiunto lunedì a mezzanotte tra i capi di Stato e di Governo. Ma l’accordo riguarda solo il greggio. Non si era entrati nel dettaglio anche delle persone «listate» (di cui poi vengono congelati i beni presenti nell’Unione).

Petrolio, la reazione di Mosca

L’Ue «da associazione di integrazione è degenerata in strumento di contenimento della Russia, in linea con gli obiettivi geopolitici di Nato e Stati Uniti». E’ l’accusa del ministero degli Esteri russo, che condanna con durezza i risultati del Consiglio europeo di questa settimana, in cui Bruxelles, tra le altre cose, ha deciso un embargo parziale all’import di petrolio russo. «E’ molto probabile che la decisione dell’Ue sull’embargo parziale del petrolio e dei prodotti petroliferi russi, nonchè il divieto di assicurazione per le navi mercantili russe, provocherà ulteriori aumenti dei prezzi, destabilizzazione dei mercati energetici e interruzione delle catene di approvvigionamento». A detta di Mosca, le nuove misure punitive concordate da Bruxelles, «accelereranno l’imminente crisi alimentare che la Ue, a parole, cerca invece di evitare».

La Polonia, il Pnrr e la Ue

Quanto alla Polonia, il primo obiettivo che dovrà raggiungere per accedere ai finanziamenti del Recovery fund «è la riforma del regime disciplinare dei magistrati, con un nuovo organo e nuove basi di responsabilità disciplinare» e il provvedimento «deve essere introdotto ed entrare in vigore, o parzialmente in vigore, entro fine giugno» per rispettare il calendario delle richieste di pagamenti «o comunque quando le autorità polacche invieranno» a Bruxelles «il documento di conformità con la milestone» prevista dal Pnrr di Varsavia. Lo ha precisato un alto funzionario europeo all’indomani del via libera del Collegio dei commissari europei al Pnrr polacco.

Il secondo obiettivo – anche questo da raggiungere entro giugno – è l’introduzione di un procedimento di riesame per i giudici colpiti dalle pronunce dell’attuale camera disciplinare della Corte suprema polacca, organismo ritenuto illegittimo dalla Corte di giustizia dell’Ue ai sensi delle regole sull’indipendenza della magistratura. I procedimenti di revisione delle sanzioni ai giudici, secondo quanto concordato con la Commissione, «dovranno essere rapidi». «Potranno avere come oggetto ogni decisione» presa in precedenza dall’organismo illegittimo e dovranno partire «su richiesta del giudice colpito, la cui prima udienza dovrà avere luogo entro tre mesi dalla richiesta e l’intero processo dovrà concludersi entro dodici mesi, salvo ritardi per cause giustificabili», ha sottolineato la fonte Ue.

2 Giugno 2022
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