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12:01 am, 1 Luglio 22 calendario
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Montanari: «Pasolini, uomo e poeta dell’hic et nunc»

Di: Orietta Cicchinelli
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Un’estate in tour per Francesco Montanari. Aspettando il ritorno in tv con una nuova serie Sky, l’instancabile attore romano (che ha raggiunto la popolarità interpretando Il Libanese in Romanzo criminale) si misura con Lettera a Pasolini, nel centenario dalla nascita del poeta. E apre oggi il sipario del festival I Concerti nel Parco alla Casa del Jazz di Roma.

Francesco Montanari e la Lettera a Pasolini 

Generazione Anni ’80, nato quando Pasolini era già scomparso, Montanari gli scrive una lettera, a tu per tu, partendo dai suoi scritti. Matteo Cerami (figlio del maestro Vincenzo Cerami) firma la drammaturgia con Davide Sacco, direttore artistico del Teatro Manini di Narni. Il sax di Stefano Di Battista accompagna il viaggio.

Montanari come nasce Lettera a Pasolini?
«Grazie a Matteo, che ci ha dato le lettere dove Pier Paolo, tra il 1962 e il ‘65, risponde ad personam ai lettori di un giornale in una rubrica. Voleva capire le esigenze della gente. Ci piace, dunque, immaginare Pasolini che arriva sfranto a casa dopo aver assolto ai suoi tanti impegni e trova delle lettere e ne sceglie alcune a cui rispondere. Queste missive sono un viaggio alla scoperta dell’uomo. Più conosci la corrispondenza più apprezzi l’artista».

Che lettere avete scelto?
«Di apprezzamento ma non solo, come quella di chi lo apostrofa con un “Caro Pierino” ritenendolo indegno di portare il nome di un santo…».

Quella che l’ha più colpita?
«Una ragazza di 16 anni nata nella miseria e che vorrebbe elevarsi. Chiede al poeta come fare ad essere felice, perché le sembra di non avere altra scelta che sposare un uomo benestante. Pasolini le risponde di non conoscere il segreto della felicità. Ma le dice che pensa male se crede di essere l’unica nella sua condizione. Quindi, le consiglia di agire senza star lì a crogiolarsi».

La più pesante eredità di Pasolini?

«Uno schiaffo molto concreto. Più lo conosco e più vedo quanto fosse presente nel momento: hic et nunc. Cercava sempre di spostare il qualunquismo del capro espiatorio, pur sottolineando l’importanza della società nei comportamenti umani. Oggi è come se la cultura si fosse chiusa in se stessa e questo è un male».

Montanari, quali programmi ha per questa infuocata estate?
«Vari spettacoli come “Perché leggere Calvino” che cerca di restituire valore alla leggerezza, togliere l’intellettuale dal piedistallo. Poi sarò in tour con “Play House” (che segna l’esordio alla regia del poliedrico attore, ndr) presentato in anteprima alla terza edizione di Narni Città Teatro. E sarò al festival di Napoli con lo spettacolo “Il medico dei maiali”, con Daniele Russo, dalla trilogia della crudeltà di Davide Sacco».

E la rivedremo prossimamente in tv?
«Sì. Sarò su Sky in una nuova serie dedicata ai procuratori di calcio».

1 Luglio 2022
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