Milano
4:10 pm, 30 Maggio 22 calendario
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Lady Gucci derubata da consulenti e «amici»

Di: Redazione Metronews
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La ex compagna di cella, Loredana Canò; l’ex amministratore di sostegno, l’avvocato Daniele Pizzi; l’ex avvocato della madre deceduta, Maurizio Giani. Sono alcuni degli otto indagati nell’inchiesta della Procura di Milano sulla gestione del patrimonio di svariati milioni di euro lasciato in eredità da Silvana Barbieri alla figlia Patrizia Reggiani, la vedova Gucci. Oggi la Procura ha chiuso le indagini su quello che ritiene un gruppo dedito allo sfruttamento e al depauperamento del patrimonio della ex signora Gucci, che ha scontato 26 anni di carcere per l’omicidio del marito. Le accuse a vario titolo sono di circonvenzione di incapace, peculato, furto, corruzione e induzione indebita.

Per i pm, gli indagati avrebbero abusato dello stato di fragilità psichica di Patrizia Reggiani, “affetta da sindrome post frontale”, conseguenza di un tumore al cervello asportato nel ’92. L’indagine era partita dopo l’esposto presentato da Allegra Gucci, una delle due figlie di Patrizia Reggiani e Maurizio Gucci, sentita come teste e la sospensione dall’incarico di amministratore di sostegno di Pizzi, disposta il 19 marzo 2021 dal giudice tutelare Ilaria Mazzei per chiarimenti e verifiche sui rendiconti delle uscite: tre milioni di euro in due anni.

La signora Barbieri aveva lasciato in eredità alla figlia una villa nel cuore di Milano, un capannone di 10 mila metri quadri in via Mecenate e società immobiliari. E poi aveva incaricato l’avvocato Giani di costituire una Fondazione, da lui stesso presieduta a vita, con in pancia tra l’altro un complesso immobiliare da almeno 14 milioni di euro dietro la Stazione Centrale.

Aperitivo da Cova per Patrizia Reggiani

Tra gli episodi contestati all’ex amministratore di sostegno, anche la consegna cash di 15 mila euro come compenso “in nero” per una intervista televisiva rilasciata da “Lady Gucci” e “la maggiorazione del 15 %, non dovuta ‘su onorari e spese generali’” per poco più di 30 mila euro, finiti indebitamente nelle sue tasche.

Un ruolo di spicco nella spoliazione della Reggiani l’avrebbe avuto l’ex compagna di cella della Reggiani, Loredana Canò, che già nell’ottobre 2018, ancora prima della morte di Silvana Barbieri, si sarebbe introdotta «definitivamente nella vita della Reggiani, andando a vivere nella sua casa» e lì avrebbe acquisito «il pieno controllo della gestione domestica», gestendo il «personale di servizio»,  ma anche rispondendo al telefono al posto suo. E sarebbe arrivata fino ad «impedire alle figlie Alessandra e Allegra Gucci e alle amiche» di farle visita.

Patrizia Reggiani, vedova Gucci

Dagli atti dell’inchiesta milanese, appena chiusa, spuntano ampi dettagli sulla «manovra» portata avanti da Canò, assieme agli altri indagati, per «condizionarne pienamente il residuo di volontà che la sua malattia le consentiva» e incassare soldi. Tra le tante condotte che vengono contestate a Canò quella di essersi fatta assumere come «assistente personale» di Reggiani per 1600 euro al mese, ma anche l’essersi appropriata di suoi gioielli e di averle fatto firmare una scrittura privata nella quale la vedova Gucci si dichiarava debitrice nei suoi confronti per oltre 60mila euro. Tra l’altro, si legge ancora, sarebbe stata l’ex compagna di cella a convincere Reggiani «che era necessario fare ‘guerra’ alle figlie, così sostenendola nella causa per l’ottenimento del vitalizio e potendone di fatto poi disporre».

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30 Maggio 2022
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