Milano
5:05 pm, 30 Maggio 22 calendario
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Fece a pezzi la madre, deve restare in carcere

Di: Redazione Metronews
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Deve restare in carcere Rosa Fabbiano, la 58enne arrestata con l’accusa di omicidio volontario aggravato e vilipendio di cadavere aggravato dell’anziana madre Lucia Cipriano, 84 anni, trovata morta, dopo circa due mesi, e fatta a pezzi nella vasca da bagno della sua abitazione di Melzo, nel Milanese, giovedì scorso. Oggi il Gip ha convalidato il fermo, dopo che ieri la donna nell’interrogatorio davanti al giudice, si era avvalsa della facoltà di non rispondere.

Secondo il Gip, i «motivi fondanti» dell’omicidio sono «da ricondursi all’assoluta incapacità dimostrata dall’indagata nel sopportare il decadimento fisico e mentale altrui e, in particolare, di coloro che le sono affettivamente legati». La vittima, infatti, soffriva di demenza degenerativa. Nelle carte il giudice ripercorre anche la modalità del delitto: la figlia avrebbe ucciso la madre, «facendola prima adagiare all’interno della vasca da bagno» e dopo «coprendola con un telo in cellophane, che fissava ai bordi della vasca con del nastro adesivo, in modo da non far passare aria».

Quindi avrebbe mutilato «il cadavere» e «lo occultava, mantenendolo all’interno della vasca da bagno, sigillata da un telo di cellophane e celando la morte della donna agli altri congiunti». Oltre a «guanti in lattice» e «segni di bruciatura» sui vestiti dell’anziana, i carabinieri hanno anche trovato sul bordo della vasca «una lama per seghetto della lunghezza di 31 cm». E poi un’altra «sega con lama metallica lunga complessivamente 45 cm».

L’altra figlia Loredana Fabbiano, che vive a Trento e che il 26 maggio arrivò a Melzo perché non riusciva più a sentire la madre, ha raccontato agli inquirenti che era riuscita a sentire la madre «per l’ultima volta al telefono» il 22 marzo e che la sorella Rosa l’aveva «informata» del «notevole peggioramento delle condizioni psicofisiche della madre». Il 12 aprile, poi, sempre Rosa ha detto alla sorella «di avere portato la madre a casa propria, per poterla accudire più agevolmente». E poi tramite Sms le aveva riferito «l’intenzione di collocare la madre all’interno di una residenza sanitaria». Tutte informazioni false, secondo le indagini, per coprire il delitto che la donna potrebbe aver commesso già a fine marzo. Alle richieste «insistenti della sorella circa le condizioni della madre», la 58enne «rispondeva in modo evasivo, facendo riferimento ad una presunta positività al Covid, oppure ad un asserito ricovero della stessa presso il reparto psichiatrico dell’Ospedale di Melegnano».

30 Maggio 2022
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