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8:08 pm, 24 Maggio 22 calendario

Figlia 22enne rifiuta due lavori: via assegno mensile

Di: Redazione Metronews
figlia 22enne
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La figlia 22enne di una coppia divorziata di Gorizia ha rifiutato per due volte un contratto di lavoro a tempo determinato (il primo come segretaria nello studio legale del padre e il secondo da cameriera), così la Cassazione ha respinto il suo reclamo per riavere dal padre l’assegno mensile di 300 euro.

La figlia resta senza assegno

Per i giudici della Suprema Corte, la mancata indipendenza economica è «esclusivamente sua colpa». La ragazza, che ha solo il diploma di maturità, viene per altro descritta come non amante degli studi oltre che priva di aspirazioni professionali. Per la Cassazione il ricorso presentato dalla ragazza – che aveva fatto appello alla sua «giovane età» e ad un «percorso professionale ancora in itinere» – è dunque «manifestamente infondato».

È stato riconosciuto il giusto lavoro del Tribunale di Gorizia e della Corte di Appello di Trieste che, nel 2020, avevano già concordato con la revoca dell’assegno, sottolineando che «il mancato raggiungimento dell’indipendenza economica dovesse imputarsi esclusivamente» alle colpe della giovane «per aver ingiustificatamente rifiutato plurime offerte di lavoro».

«Deve escludersi che l’assegno di mantenimento persegua una funzione assistenziale incondizionata dei figli maggiorenni disoccupati, di contenuto e durata illimitata, dovendo il relativo obbligo di corresponsione – ha spiegato la Cassazione nelle mortivazioni – venire meno nel caso in cui il mancato raggiungimento dell’indipendenza economica si possa ricondurre alla mancanza di un impegno effettivo verso un progetto formativo rivolto all’acquisizione di competenze professionali o dipenda esclusivamente da fattori oggettivi contingenti o strutturali legati all’andamento dell’occupazione o del mercato del lavoro». Continuerà invece a prendere i 300 euro dal padre l’altro figlio, un 18enne, che il padre voleva lasciare a secco di soldi «per lo scarso rendimento scolastico per il quale si era ritirato dal quarto anno per non essere bocciato, per le sue ripetute assenze, le note disciplinari, i suoi comportamenti inadeguati e ingiustificati». Ma in questo caso la Cassazione ha ricordato che, al diritto delle critiche sulla morale del ragazzo, l’assegno gli spetta di diritto in quanto è poi stato ammesso all’ultimo anno del liceo.

24 Maggio 2022
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